"Mirko ha distrutto la mia vita. Con la morte del mio Matias ho perso tutto e la mia vita ora non vale più niente", ha detto
Non si dà pace la mamma di Matias, il bambino di 10 anni accoltellato a morte nella sua abitazione a Cura di Vetralla, in provincia di Viterbo. Il suo compagno e padre del piccolo, il 44enne polacco Mirko Tomkow è stato arrestato con l'accusa di aver ucciso il figlio. "Mirko ha distrutto la mia vita. Con la morte del mio Matias ho perso tutto e la mia vita ora non vale più niente. Lui era lì sul letto con sangue addosso. Sapevo che voleva uccidermi, ero preparata a questo, non a perdere mio figlio", ha detto la donna - come riportano La Stampa e il Corriere della Sera - a don Dante Daylusan Villanueva, il cappellano dell'ospedale Belcolle di Viterbo dove è ricoverata.
Il cappellano racconta di aver trovato la mamma di Matias "praticamente a pezzi. Confido nel fatto che è una donna di fede e spero che questo possa darle un po' di consolazione, ma è veramente molto sofferente e anche incredula per quello che è avvenuto". "Quando ho visto mio figlio sul letto tutto ricoperto di sangue ho creduto di impazzire. Per quello continuavo a gridare. Gridavo e non riuscivo a smettere. Faccio fatica a credere che Mirko gli abbia fatto tutto quel male. Lui minacciava sempre me di morte. 'Ti brucio con la benzina', mi diceva. Ma mai avrei pensato che uccidesse il nostro bambino", ha aggiunto la donna, che, secondo quanto scritto dal gip, infatti, da anni viveva "in un totale stato di sottomissione psicologica". "Ti ammazzo, tu sei una p... io te dò foco con la benzina e poi mi ammazzo pure io", le avrebbe detto Mirko più volte anche di fronte a Matias.
Ad accertare i maltrattamenti in famiglia, che hanno poi portato al divieto di allontanamento, sono stati i carabinieri della stazione di Vetralla dopo alcune testimonianze arrivate ad agosto e poi confermate dalla famiglia. Nelle ultime settimane la moglie sarebbe stata contattata da un maresciallo donna per sincerarsi della situazione. E, si apprende, non sarebbe emerso nulla di anomalo, nessun campanello di allarme.
Matias potrebbe aver aperto la porta al papà - Matias potrebbe aver aperto la porta al padre (ora ricoverato in stato di incoscienza). E' una delle ipotesi al vaglio degli investigatori che indagano sull'omicidio. I carabinieri non hanno trovato segni di effrazione sulla porta dell'abitazione. Non si esclude, quindi, che ad aprire al padre sia stato lo stesso Matias che però, secondo qunato si è appreso, potrebbe ancora avere avuto nella sua disponibilità le chiavi di casa nonostante da settembre avesse un divieto di allontanamento dalla moglie e dal figlio.
Ma l'uomo si è allontanato da una struttura Covid nella Capitale dove era stato ricoverato e ha raggiunto la cittadina nel Viterberse. E per un assurdo caso ha trovato Mattias da solo nell'abitazione. Una tragica coincidenza: il bambino infatti era stato invitato a pranzo da uno zio, ma uscito da scuola ha preferito tornare a casa dicendo allo zio che c'erano già pronte delle cose da mangiare per lui preparate dalla mamma. Forse, dopo il pranzo, Matias ha poi aperto al padre ed è scattata la trappola mortale.
A trovarlo sul letto senza vita, intorno alle 15.30, è stata proprio la donna rientrando a casa dal lavoro. "E' sul letto completamente sporco di sangue", avrebbe detto sotto shock la donna chiedendo aiuto ai vicini che poi hanno dato l'allarme. E' stata poi portata in ospedale. La Procura della Tuscia, diretta da Paolo Auriemma, ha disposto l'esame autoptico. I pm, intanto, hanno chiesto la convalida dell'arresto di Mirko e l'interrogatorio dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. I carabinieri sono ancora al lavoro per ricostruire quanto avvenuto nelle ore precedenti al drammatico epilogo.