I tre attivisti di Ultima generazione che il 2 novembre avevano mandato in tilt la tangenziale di Bologna, erano stati condannati a sei mesi con pena sospesa
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I tre attivisti di Ultima generazione che il 2 novembre bloccarono la tangenziale di Bologna hanno "agito non certo per soddisfare un interesse personale ed egoistico, ma per uno scopo superiore, nobile e altruistico, ovvero la tutela dell'ambiente". Lo scrive il giudice Simona Siena, motivando la concessione dell'attenuante dei motivi di particolare valore sociale per i tre imputati, condannati a 6 mesi per violenza privata e interruzione di pubblico servizio.
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"Le condotte criminose, infatti - continua il giudice in una sentenza dove sono citate pronunce costituzionali e della Cedu - sono rappresentate da una forma di protesta, pur penalmente illecita" che era "volta a sensibilizzare l'opinione pubblica e i soggetti istituzionali sulle conseguenze dell'inerzia di fronte al cambiamento climatico e sull'ingiusta minaccia alle libertà future che pesa sulle prossime generazioni". "È indubbio - prosegue - che l'ambiente, valore costituzionale primario e precondizione per l'esercizio di diritti, anche fondamentali, della persona e della collettività, sia motivo di elevatissimo valore sociale". La tematica ambientale, si ricorda, ha infatti assunto grande rilevanza nel dibattito politico, economico e giuridico ed è oggetto costante di allarmi da parte della comunità scientifica per il surriscaldamento globale. E "il crescente processo di sensibilizzazione e regolamentazione della materia è accompagnato da accorati appelli da parte delle più alte e autorevoli personalità, istituzionali, anche sovranazionali, e religiose".
Le condotte, inoltre, per la giudice "non hanno assunto connotati di gravità o di violenza eccessivi rispetto al fine dichiaratamente perseguito" e l'attenuante, ricorda, riguarda non la condotta, ma i motivi della stessa. Per quanto riguarda i reati, la violenza privata sussiste nell'aver costretto a sostare sulla tangenziale numerosi automobilisti e motociclisti, con ingiustificata compressione dei diritti. L'interruzione di pubblico servizio per aver inciso "concretamente e significativamente" non solo sulla circolazione stradale di migliaia di automobilisti ma su servizi di rilievo pubblicistico: forze di polizia, taxi, furgone adibito al trasporto farmaci, pullman e mezzi di soccorso.