La sfida di infliggersi pene corporali fino allo step finale di togliersi la vita in diretta streaming impazza tra gli adolescenti stranieri: in Italia si punta sulla prevenzione
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La pratica del "Blue Whale Challenge" ha preso piede anche in Italia: a lanciare l'allarme è Telefono Azzurro che denuncia come i casi di autolesionismo tra gli adolescenti siano in aumento. Il fenomeno che è nato e si è diffuso attraverso il web consiste in un percorso che comincia con pratiche di autolesionismo e culmina nel suicidio del partecipante alla sfida, il tutto documentato attraverso un video o app di live streaming come Periscope o Facebook Live.
Il decalogo - Se da un lato non risultano in Italia casi accertati che siano incontrovertibilmente riconducibili al fenomeno “Blue Whale”, Telefono Azzurro ha stilato un decalogo di consigli per prevenire adesioni alla sfida ed episodi di auto danneggiamento preliminari all'atto estremo del suicidio:
Se ti autolesioni o stai pensando al suicidio:
1. Contrapponi il fare al pensare: esci, fai qualcosa di semplice, ma rilassante che pensi ti possa far stare meglio. Questo non significa ignorare ciò che ti mette in difficoltà: è importante farlo, ma nel momento più adeguato e con il sostegno di professionisti che ti possano supportare in questo.
2. Tieni presente che quando ci si sente in estrema difficoltà la percezione delle cose è alterata e si ha la sensazione di non avere vie d’uscita. Ricorda però che si tratta spesso di momenti transitori.
3. Cerca di non stare solo: solitudine ed isolamento rischiano di peggiorare la situazione.
4. Prova a pensare ad una situazione di difficoltà che sei riuscito a superare in passato. Cosa ti è stato d’aiuto? Quali risorse hai messo in campo? Quali oggetti, comportamenti, idee o persone ti hanno aiutato?
5. Prova ad immaginare un ragazzo nella tua stessa situazione: cosa gli diresti per aiutarlo?
6. Se sai che qualcosa ti fa stare male e pensi di essere in un momento di particolare vulnerabilità, cerca di evitare. Ad esempio, se un luogo ti evoca particolari ricordi negativi, non andarci e, se devi farlo, non andarci da solo.
7. Chiedere aiuto non è un atto di debolezza: è, invece, un modo molto coraggioso di iniziare un percorso per stare meglio.
8. Informa una persona di tua fiducia di come ti senti: condividere significa anche “dividere con”. Parlare con qualcuno ti aiuterà a costruire più soluzioni proprio quando ti sembra che non ce ne siano. La persona che avrai scelto sarà felice di poterti ascoltare, non vergognarti di raccontare come ti senti, stai facendo un passo molto importante.
9. Se sai che un amico o una persona che conosci si auto-lesiona o sta pensando al suicidio, offrigli il tuo sostegno e il tuo ascolto, ma non assumerti da solo questa responsabilità. Informalo, ad esempio, della possibilità di rivolgersi a Telefono Azzurro, chiamando il numero sempre attivo 1.96.96 oppure attraverso la chat (attiva tutti i giorni dalle 08.00 alle 22.00 – il sabato e la domenica dalle 8:00 alle 20:00).
10. Se non dovesse accettare o se tu non fossi sicuro che chiederà un aiuto, prova a contattare tu Telefono Azzurro. Cercheremo insieme una soluzione. Oppure, informa un tuo adulto di riferimento di questa situazione.
Un fenomeno preoccupante - In un recente report dell'OMS si afferma che "il suicidio e la morte accidentale da autolesionismo erano la terza causa di mortalità degli adolescenti nel 2015, con una stima di 67.000 morti. L'autolesionismo si verifica in gran parte tra gli adolescenti più grandi, e globalmente è la seconda causa di morte per le ragazze adolescenti di età maggiore. È la principale causa di morte o la seconda di adolescenti in Europa e Sud-Est asiatico.
Per quanto riguarda il nostro paese, seppur non ci siano casi riconducibili con certezza alla Blue Whale Challenge, i dati Telefono Azzurro ci restituiscono uno scenario preoccupante. Specialmente nell’ultimo quadrimestre. Stando ai dati delle Linee di ascolto, fenomeni quali l’autolesionismo, pensieri suicidari e tentativi di suicidio sono estremamente ricorrenti: nel solo primo quadrimestre l’Associazione ha gestito 59 casi di atti autolesivi, 43 di ideazione suicidaria e 9 di tentativo di suicidio. Se questo trend dei primi mesi del 2017 venisse confermato anche per il resto dell'anno, allora i casi per queste tre motivazioni risulterebbero in aumento rispetto l’anno passato.