Padre, nonno e adesso sacerdote. Giuseppe Mangano preferisce la santa messa alla pensione e realizza il "sogno della sua vita"
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Non è mai troppo tardi per avverare i propri sogni, anche se il desiderio è quello di diventare prete a 71 anni. E’ la storia di Don Giuseppe Mangano, padre di uno chef e nonno di tre nipoti, che alla pensione ha preferito celebrare la messa ogni domenica. Nato a Corato, nel Barese, e trapiantato a Bologna da mezzo secolo, Giuseppe è vedovo dal 2008. Da cinque anni è diacono permanente e presto sarà nominato presbitero.
La vocazione Il percorso sacerdotale di nonno Giuseppe è iniziato cinque anni fa. Rimasto vedovo nel 2008, dopo un matrimonio felice, ha deciso di dare inizio alla sua carriera da prelato. Nel 2013 è diventato diacono permanente (questo ministero, aperto anche agli uomini sposati, è il primo gradino dell'ordine sacro). Una vocazione, quella del futuro sacerdote, nota anche alla moglie che, in punto di morte, ha auspicato questo futuro per il marito: "Oggi sarebbe felice – dice Giuseppe – sapeva che ci tenevo".
I dubbi della Chiesa La strada di Giuseppe verso il Signore non è stata priva di difficoltà: il precedente cardinale, Carlo Caffara, aveva qualche dubbio in merito alla sua vocazione. Cambia tutto con l'arcivescovo Marco Zuppi: "Una volta ascoltata la mia storia mi ha abbracciato". Sarà proprio lui, molto presto, a nominarlo presbitero.
Don nonno Adesso dovrà solo aspettare di celebrare la santa messa in presenza della sua famiglia: suo figlio e i suoi tre nipotini. I ragazzi - Francesca di 15 anni e i due gemellini di dieci, Vasco e Giuseppe - vivono, insieme al padre, negli Stati Uniti: saranno in Italia solo fra qualche mese. "Non sarà una celebrazione eucaristica come le altre, sono emoziato al solo pensiero", sostiene Giuseppe.