Camilla, in fase di rinnovo di contratto, ha chiesto di poter "ospitare" una labrador ma ha trovato il no della proprietaria. Così si è messa a caccia di un altro appartamento ma ha trovato solo porte sbarrate
Camilla è una ipovedente di 31 anni che vive a Bologna in un appartamento in affitto. In fase di rinnovo del contratto di locazione, la ragazza ha fatto presente che da settembre con lei ci sarà anche un cane guida, una dolce labrador. Ma i proprietari di casa non vogliono animali e così Camilla si è messa subito "a caccia" di un'altra abitazione. Durante la ricerca, però, la ragazza ha trovato solo altre porte sbarrate. Il motivo? Sempre la presenza del cane guida, che sarà però indispensabile nella vita di tutti i giorni. "Mi sono sentita discriminata e anche un po' tradita", ha confidato Camilla che potrebbe presto decidere di lasciare il capoluogo emiliano.
La ragazza, laureata al Dams e operatrice della comunicazione, ha raccontato la sua storia a Il Giorno: "Mi ritenevo fortunata perché ero in una stanza in affitto, una singola, in centro con tutti i comfort, 550 euro bollette incluse. I prezzi per le case, oggi, sono folli, quindi speravo di continuare dov'ero. E invece niente, mi è stato detto che la padrona non vuole per il cane".
Camilla, originaria di Latina, non ha tentato di nascondere la nuova inquilina a quattro zampe. "Sono in un appartamento in condivisione, come facevo a non dirlo? Un cane non è mica un giocattolo, mi serve per vivere, faccio ad aprile l'esame con la Scuola Triveneta dei cani guida. Mi sono sentita discriminata e anche un po' tradita da Bologna, una città che mi ha adottata e coccolata, la città di Dalla, di Guccini, di Radio Alice".
"L'ultimo martedì, una singola di 9 metri quadrati a 750 euro, delle robe assurde. E non erano sicuri proprio perché avevo un cane - ha raccontato -. Un'altra signora mi ha detto: affitto a tutti, a bianchi, gialli e rossi, ma il cane no. Leggo di tutto ora a Bologna, ci sono clausole di ogni tipo per la case in affitto, dieci anni fa era un'altra città, si pagava la metà. Ora è assurdo che non possa trovare uno spazio per me e per la mia cagnolina. Forse mi trasferirò a Padova, dove vorrei provare un percorso da assistente sociale, per lavorare con le Ong. Vedremo. Per ora, ripeto, da Bologna mi sono sentita tradita".