era scappato dalla guerra

Bologna, prende 50 multe sulla corsia preferenziale ma il giudice lo assolve perché rifugiato ucraino | Annullate sanzioni per 5mila euro

Riconosciuta "l'incolpevole ignoranza" dell'uomo che non parla italiano, è fuggito dalla guerra e non comprende la segnaletica stradale nel nostro Paese. Il legale: "Errore in buona fede, sposata la nostra tesi"

20 Mar 2025 - 10:43
 © Ansa

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Cinquanta multe in meno di quattro mesi, tutte per aver percorso corsie preferenziali senza saperlo. Una storia che poteva costare cara a un rifugiato ucraino, fuggito dalla guerra e arrivato in Italia con un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria. Ma il giudice di pace di Bologna ha deciso di annullare tutte le sanzioni, per un totale di quasi 5mila euro (4.750 euro per la precisione), riconoscendo "l'incolpevole ignoranza" dell'uomo, che ha trovato lavoro come giardiniere nella zona del Bolognese.

Le continue violazioni nell'arco di 4 mesi

 La vicenda si sviluppa tra ottobre e gennaio, quando il rifugiato ucraino, per recarsi al lavoro, attraversa più volte alcune preferenziali del capoluogo emiliano a bordo del suo mezzo. Non sapendo, però, che quelle strade sono riservate a veicoli autorizzati. L'uomo non parla italiano, non comprende la segnaletica stradale nel nostro Paese e così le multe si accumulano rapidamente, ma lui, ignaro, continua a percorrere le stesse vie.

Il ricorso e la sentenza del giudice di pace

 Assistito dall'avvocato Jacopo Mannini, il rifugiato presenta ricorso al giudice di pace, chiedendo l'annullamento delle sanzioni. La tesi della difesa è chiara: l'assistito ha agito in buona fede, senza alcuna intenzione di violare la legge. "Trovandosi da pochi anni in Italia - si legge nella sentenza del giudice di pace Simona Santini -, non parla la lingua italiana e ben si può comprendere come, a causa delle barriere linguistiche e culturali, abbia avuto difficoltà a comprendere la segnaletica stradale che indica la presenza di un tratto di corsia preferenziale. Quindi chiaro è che il ricorrente non abbia agito con dolo, ma per errore in buona fede e con scarsa conoscenza della lingua e delle norme locali, aggravata dalla condizione di vulnerabilità che caratterizza il suo status". 

"Incolpevole ignoranza e assoluta buona fede"

 Questa, unita a "l’'incolpevole ignoranza, rappresenta una causa di esclusione dall'intenzionalità o colpa della condotta del ricorrente". Si spiega poi che se le violazioni sono avvenute in un breve intervallo di tempo, esse si considerano come un'unica trasgressione, con la conseguente applicazione di una sola sanzione amministrativa. "È agevole comprendere l'assoluta buona fede del trasgressore e le ripetute percorrenze di corsie preferenziali non manifestano la coscienza e la volontà di porsi in contrasto con l’ordinamento".

"Ammontare sanzioni troppo oneroso per il ricorrente"

 Non c'è dubbio, si legge ancora, che se l'uomo avesse saputo che percorrendo di nuovo le corsie preferenziali sarebbe stato multato ancora, certo "non avrebbe reiterato la condotta illecita". Infine, "è evidente la sproporzione fra la gravità delle infrazioni e l'ammontare complessivo delle sanzioni, che risulta particolarmente oneroso per il ricorrente, il quale versa in condizioni economiche precarie e beneficia di protezione internazionale". Il giudice ha quindi decretato la mancanza di rimproverabilità della sua condotta. Per l'avvocato si tratta di una "vittoria che ci gratifica sia dal punto di vista giuridico, perché è stata sposata la nostra tesi, sia dal punto di vista del buon senso".

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