Bologna, a chiedere l'esame è stata la donna insieme alla madre, Rosalba Colosimo: le due sono a processo per diffamazione nei confronti di Tonino Lamborghini
© Sara Scanderebech
Un test del Dna attesterebbe che Elettra Lamborghini e Flavia Borzone sono sorelle. È l'asso calato nell'aula del tribunale penale di Bologna dagli avvocati della 35enne e di sua madre Rosalba Colosimo, a processo per diffamazione nei confronti di Tonino Lamborghini per aver sostenuto a "Pomeriggio 5" e a una rivista che l'uomo fosse il vero padre di Borzone. Lo riporta Il Resto del Carlino. Come ha spiegato il legale Sergio Culiersi, che difende le due donne con i colleghi Gian Maria Romanello e Carlo Zauli, gli esiti della comparazione tra il Dna di Borzone e quello della cantante "provano al 100% che le ragazze sono sorelle".
Il caso - "Sono stato aggredito in tv e sui giornali su fatti privati", aveva detto Tonino Lamborghini nel corso della scorsa udienza. In quella di martedì, durata tre ore, invece sono state le imputate ad aver ricostruito la loro versione dei fatti: "Non volevo offendere nessuno, solo sapere di chi sono figlia", ha dichiarato Borzone. Dopo la testimonianza, è stato il momento del colpo di scena sul test del Dna.
Il test del Dna - I legali hanno spiegato com'è stato possibile comparare i Dna, considerando che Tonino Lamborghini si era rifiutato di sottoporsi al test: "Abbiamo ingaggiato quattro investigatori privati per le nostre indagini difensive e siamo riusciti ad acquisire una cannuccia con la saliva di Elettra, prelevata da un frappè che la cantante aveva bevuto. Sono emersi elementi granitici in quest'udienza, che dimostrano come la nostra assistita ed Elettra Lamborghini siano sorelle. E dunque, figlie dello stesso padre: per noi questo basta a far cadere l'accusa di diffamazione, perché le donne hanno solo detto la verità". Il giudice ha acquisito la relazione dell'investigatore privato. Il processo è stato aggiornato a marzo prossimo, riporta ancora Il Resto del Carlino.
"In questo giudizio era già stato chiesto dalla difesa un esame del Dna, che è stato respinto dal giudice. La sede deputata a un simile accertamento è una causa civile. Il punto del processo in atto sono invece le frasi diffamatorie pronunciate nei confronti del mio assistito, dando per scontato che la figlia e l’imputata siano sorelle e trattandolo, per questo, in malo modo", ha infine commentato l'avvocato di Tonino Lamborghini, Mauro Bernardini.