La borsa griffata come simbolo di status tra le fiancheggiatrici del boss: la gelosia di Laura Bonafede verso Floriana Calcagno negli scambi tra la donna e il capomafia
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Borse di lusso come trofei, soprannomi dispregiativi e appunti sui calendari. Emerge un quadro fatto di gelosie, rivalità e ossessioni dal materiale investigativo relativo alle amanti di Matteo Messina Denaro, l'ex boss di Cosa Nostra arrestato nel gennaio 2023 e deceduto lo scorso settembre. L'arresto di Floriana Calcagno ha portato alla luce nuovi dettagli sul sistema relazionale che circondava il capomafia durante la sua lunga latitanza, incluso il ruolo degli accessori di lusso come simboli di status tra le donne che lo circondavano.
Dalle carte dell'inchiesta emerge in particolare la profonda rivalità tra Laura Bonafede, già arrestata in precedenza, e la stessa Calcagno. Nelle lettere sequestrate, Bonafede si riferiva alla "rivale" con appellativi sprezzanti e termini offensivi legati a presunte disabilità. È proprio attraverso la decodificazione di questi soprannomi denigratori che gli investigatori sono riusciti a risalire all'identità di Calcagno.
In una lettera particolarmente significativa, datata 30 dicembre 2022, Bonafede scriveva a Messina Denaro di aver visto uscire Calcagno "dalla zona chiave" (identificata dagli inquirenti come il covo del boss a Campobello di Mazara) con in mano un prezioso accessorio di lusso: "Stavolta mi è cambiato l'umore, quella scena mi ha cambiato la giornata. Alle 11.40 circa ho visto che usciva dalla zona chiave, dritta come un palo e con una Louis Vuitton, sicuramente regalata da te. Regali borse come un distintivo?" Un dettaglio, quello della borsa griffata, che rivela come gli accessori di lusso fungessero da veri e propri "status symbol" all'interno dell'entourage femminile del boss, scatenando invidie e risentimenti.
Le attività di indagine hanno confermato che Bonafede quel giorno si trovava effettivamente nei pressi del covo e aveva visto uscire Calcagno dalla residenza del latitante. La gelosia di Bonafede emerge chiaramente anche da altri passaggi delle sue missive al boss: "Dici che Acchina ti aiuta come può e può fare cose per te. Ma cosa può fare per te?". Una frase che, secondo gli inquirenti, indica che in precedenza Messina Denaro aveva messo al corrente Bonafede del ruolo di Calcagno nella sua latitanza.
In un'altra lettera, Bonafede si spingeva oltre, scrivendo: "Non c'è proprio niente da ridere, per ora se penso a Sbrighisi che passava con quella faccia compiaciuta, dopo esser stata con te, le bastonate gliele darei eccome". La donna manifestava anche dubbi sulla cronologia della relazione tra il latitante e Calcagno: "Ci sono date che non mi quadrano. Tu mi parli di aprile 2022, ma se ben ricordi ti dissi che voleva parlarti già nell'agosto 2017, o l'hai dimenticato?".
Altri elementi interessanti sono emersi dall'analisi dei calendari da tavolo relativi agli anni compresi tra il 2014 e il 2021, rinvenuti nella cassettiera del covo di Messina Denaro. In particolare, sul calendario del 2021, alla data del 23 dicembre, il boss aveva annotato "Visto Fly" accanto a un simbolo. Gli investigatori ritengono che "Fly" fosse un diminutivo del nome Floriana, mentre il simbolo affiancato, evocando una pianta o un fiore, rappresentasse un'ulteriore allusione al nome della donna.
Calcagno, arrestata ieri, aveva tentato di far credere di essere stata solo "un'amante occasionale" del capomafia, sostenendo di ignorarne la vera identità. Le indagini hanno però rivelato un quadro ben diverso: la donna "ne ha condiviso momenti associativi, dinamiche relazionali finalizzate al trasporto di beni, documentazione" e probabilmente anche "denaro", attuando condotte "finalizzate a evitare la localizzazione e l'individuazione" del latitante.
Il triangolo amoroso tra Messina Denaro e le sue amanti aggiunge un tassello importante alla ricostruzione della rete di protezione che ha permesso al capomafia di sfuggire alla cattura per quasi trent'anni, rivelando come le relazioni sentimentali fossero intrecciate con dinamiche di potere, favori e complicità all'interno dell'organizzazione criminale.