Le donne a "Dritto e Rovescio" accusano i passeggeri che reagiscono con la violenza ai furti sui mezzi pubblici di Milano
Non negano di essere delle ladre e ammettono che rubare è per loro un lavoro. Sono le borseggiatrici della metro di Milano che a "Dritto e Rovescio" denunciano le aggressioni subite dai cittadini esasperati dalla loro presenza e dai continui furti. "Contro di noi aggressioni fisiche, veniamo filmate perennemente anche se siamo al bar senza rubare", raccontano le due borseggiatrici ospiti a Rete 4.
I filmati social - Sono diversi i cittadini che quotidianamente si ribellano ai furti delle borseggiatrici. Contro di loro sono nate anche delle pagine social che con foto e video denunciano la loro presenza sui mezzi pubblici e mettono in guardia i passeggeri dai possibili furti. Da qui la pratica di fotografare e filmare le ladre. "Sembra diventata una moda quella di fotografarci, lo fanno anche mentre siamo al bar senza rubare - racconta una di loro - oggi, per esempio, il gestore del bar della metro non mi ha fatta entrare a bere il caffè", si lamenta la donna.
Dai filmati alla violenza - Non solo foto e video, le borseggiatrici denunciano anche episodi di violenza. "Ero con mia cugina quando in metro sono arrivati dei ragazzi che ci hanno spruzzato dello spray al peperoncino e mi hanno picchiato, qui, vicino alla pancia", racconta la 18enne incinta. La giovane intervistata ricorda l'episodio che l'aveva resa virale sui social. Dopo l'aggressione, cacciata dalla metropolitana, aveva gridato contro chi la filmava rivendicando il diritto di rubare. "Ho rubato ieri, ho rubato oggi cosa vi interessa? - urlava - È il nostro lavoro, dobbiamo rubare".
Intervistata a Rete 4, in un servizio andato in onda nella puntata del 23 marzo, la giovane racconta la sua versione dei fatti e si giustifica: "Mi vergogno per quello che ho detto, ero molto agitata. Vorrei non rubare, ma non ho alternative". "Mi scuso per quello che ho detto - ribadisce poi la 18enne ospite in studio - ma avevano aggredito me e mia cugina con una bomboletta. Ci filmano, ma non mostrano mai le aggressioni ai nostri danni", conclude.