ha vissuto nei laboratori tessili abusivi

Brescia, vive come un fantasma dalla nascita: per 17 anni non è stata mai a scuola né dal medico

Cinese, oggi maggiorenne, registrata all'anagrafe di Rovigo, ma poi ha vissuto sempre in laboratori tessili clandestini nel Nord Italia, fino alla sua identificazione a Brescia

20 Gen 2025 - 08:38
 © Ansa

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Nata in Italia ma vissuta tra un laboratorio clandestino e l'altro senza mai interagire con le istituzioni e restando, incredibilmente, invisibile dal punto di vista della vita civile e sociale. E' la storia di una cinese, oggi maggiorenne, che è passata dal Veneto alla Lombardia sempre all'ombra della madre, senza mai andare a scuola e senza mai vedere un medico. Unico dato certo: l'atto di nascita registrato a Rovigo. Ma dopo quell'unico documento cartaceo si sono susseguiti 17 anni da fantasma per lo Stato italiano. Fino a quando non è stata trovata dalla polizia locale di un paese in provincia di Brescia, un anno fa, durante un blitz in uno scantinato trasformato in laboratorio tessile.

Fino a quel giorno la ragazza non avrebbe mai avuto una vita fuori dagli spazi illegali delle sartorie clandestine. Mai andata dal medico, mai iscritta a scuola e mai finita, anche solo per degli esami, in ospedale. Il laboratorio tessile clandestino dove è stata trovata sarebbe stata l'ultima tappa del girovagare della madre nell'Italia del Nord. La donna era sempre piegata sulle macchine da cucire, mentre sua figlia cresceva nella clandestinità e nel silenzio più totale.

La giovane farebbe parte di un nucleo familiare inizialmente composto da madre, padre e un fratello. Poi le strade si sarebbero divise. In questo percorso la madre sceglie, per lavorare, i laboratori di calze gestiti da connazionali. Negli stessi spazi donne e uomini cinesi lavorano, mangiano, dormono, vivono. Un anno fa, in primavera, quando le forze dell'ordine entrano in uno scantinato dell'hinterland di Brescia, trovano brandine in fila, una dietro l'altra, e poi tavoli da lavoro. Ogni postazione una luce, perché il lavoro non ha orario. Di giorno e di notte. E la ragazza-fantasma è cresciuta in questi contesti.

Non sarebbe neanche la sola a essere diventata adulta nell'ombra, senza che nessuno, a parte i genitori e i lavoratori instancabili dei laboratori clandestini, sapessero della sua esistenza. Proprio per fare luce sul lavoro sommerso la Procura della Repubblica di Brescia da un anno sta lavorando per ricostruire gli spostamenti e le storie delle vite di quegli operai cinesi trovati nell'operazione congiunta di Polizia locale e Guardia di Finanza che ha portato alla scoperta di questa 18enne.

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