"Un sostegno economico alle gravose spese legali alle quali sta andando incontro il nostro Mirco", si legge in un cartello. Mirco Franzoni è stato condannato a 9 anni e 4 mesi
E’ stato condannato per omicidio volontario a 9 anni e 4 mesi per avere ucciso in strada, con un colpo di fucile ravvicinato, il ladro di origine albanese Eduard Ndoj, che aveva cercato di compiere un furto nella casa di suo fratello. Ora Mirco Franzoni, un meccanico 33enne di Serle (Brescia), sta affrontando “delle gravose spese legali” e per questo i suoi compaesani hanno deciso di fare una colletta per aiutarlo. “Amici, da domani nella maggior parte di ristoranti, bar ed esercizi pubblici di Serle troverete cassette in cui potete liberamente fare la vostra offerta”, si legge in un cartello comparso fuori da un locale del paese. Lo riporta Il Giorno.
La raccolta fondi - “Sappiamo già di essere un paese unito e adesso dobbiamo esserlo più che mai, in un momento così difficile e delicato”, si legge ancora sul cartello. Concetto ribadito anche sulla pagina Facebook “Brescia ai Bresciani”, che fornisce anche un iban per chi volesse contribuire alla colletta. “Mirco Franzoni: nessun italiano verrà abbandonato - si legge nel post - Tutti siamo a conoscenza di ciò che è accaduto a Serle e delle conseguenze di questa tragedia. Per essere utili a Mirco e alla sua famiglia non bastano like e commenti su Facebook, servono azioni concrete. Aiutarli a sostenere le spese legali è il miglior contributo che possiamo dare in questo momento. Siamo Italiani, siamo Bresciani: dimostriamolo”. La raccolta fondi sarà d’aiuto a Franzoni per pagare le spese legali e di risarcimento. Il meccanico, infatti, dovrà versare 50mila euro a testa ai genitori di Eduard Ndoj e 25mila al fratello.
Insomma, Serle è dalla parte di Mirco. Ma questa non è una novità, come aveva già dimostrato il sindaco Paolo Bonvicini che, due giorni dopo la sentenza della settimana scorsa, aveva commentato dicendo: “Come amministrazione siamo vicini a Mirco e alla sua famiglia per la situazione drammatica che stanno vivendo”.