"Bassa resistenza statica e allo stress"

Brindisi, componenti Boeing 787 Dreamliner non sicure: indagate sette persone e due società

Sono ritenute coinvolte in un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati che vanno dall'attentato alla sicurezza dei trasporti, all'inquinamento ambientale, alla frode in commercio

05 Ott 2024 - 17:03
 © -afp

© -afp

A Brindisi due società aerospaziali avrebbero fornito componenti aeronautiche non a norma alla Leonardo-Aerostrutture per la produzione dei settori 44 e 46 del Boeing 787 Dreamliner. Ciò ha comportato - secondo la Procura che ha indagato sette persone e due società - la realizzazione di parti aeree "con caratteristiche di resistenza statica e allo stress notevolmente inferiori, con riflessi sulla sicurezza del trasporto". Per la realizzazione di componentistica anche strutturale dei velivoli, sarebbe stato impiegato titanio puro, invece di lega di titanio, e anche le leghe di alluminio utilizzate erano difformi dalle previste.

I reati contestati

 Per questi fatti, la Procura di Brindisi ha emesso l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di sette persone e due società, ritenute coinvolte in un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati che vanno dall'attentato alla sicurezza dei trasporti, all'inquinamento ambientale, alla frode in commercio.

Le indagini

 Sono state sequestrate circa 6mila parti di aeroplano per i successivi esami qualitativi, realizzate - secondo le indagini - in materiale diverso da quanto previsto dalle specifiche di progetto. Le consulenze disposte dalla Procura della Repubblica di Brindisi e svolte da tecnici specializzati nel settore aerospaziale hanno certificato - è detto in una nota dei pm brindisini - la non conformità di almeno 4.829 componenti realizzate in titanio e di almeno 1.158 componenti di alluminio. Le perizie e le indagini, condotte anche con rogatoria internazionale negli Stati Uniti, si sono concluse accertando che alcuni componenti strutturali non conformi potessero, sul lungo periodo, creare danno alla sicurezza dei velivoli, imponendo alla compagnia americana l'avvio di una campagna straordinaria di manutenzione degli aeromobili coinvolti.

In questo filone investigativo viene contestata la commissione di reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in commercio, in forma associativa, da parte di amministratori - di fatto e di diritto - di due società brindisine attive nel settore aerospaziale, ai danni della Leonardo e dell'americana Boeing, aziende leader mondiali nella produzione di aeromobili per scopi civili e militari. L'inchiesta è stata avviata dopo una precedente indagine conclusasi nel 2021, che aveva portato al sequestro dei compendi aziendali delle due società per fatti di bancarotta, a tre arresti e alla denuncia di altri quattro indagati.

Sequestrate 35 cisterne contenenti ciascuna mille litri di rifiuti speciali pericolosi

 Rifiuti pericolosi sversati in cisterne e in alcuni terreni della zona industriale di Brindisi che avrebbero contaminato suolo e sottosuolo di sostanze inquinanti e nocive tra cui cromo, rame, zinco, arsenico e piombo. È quanto emerge dal secondo filone investigativo della Procura di Brindisi avviato, sempre a carico degli stessi indagati, nell'ambito dell'indagine sulle forniture di componenti aeronautiche non a norma da parte di due aziende del Brindisino alla Leonardo-Aerostrutture per la produzione dei settori 44 e 46 del Boeing 787 Dreamliner. Le sostanze inquinanti, secondo l'accusa, derivano dai processi chimici di trattamento delle superfici e dalla lavorazione meccanica dei metalli. Nel corso delle indagini sono state sequestrate 35 cisterne contenenti ciascuna 1.000 litri di rifiuti speciali pericolosi. Gli indagati avrebbero prima rimosso una parte del muro di cinta tra le aree di proprietà, per poi svuotare nel terreno di altri privati e nei pozzetti di drenaggio delle acque meteoriche, il contenuto di diverse cisterne con le sostanze pericolose.

Le attività d'indagine sono state condotte dalla squadra mobile di Brindisi e da militari della Guardia di finanza. Da una consulenza tecnica disposta dalla Procura, è emerso che l'inquinamento "aveva interessato il terreno sino alla profondità di tre metri, in concentrazioni largamente superiori ai limiti, previsti dalla normativa per le zone industriali".

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri