In tutto 41 arresti e sequestri per un valore di 120 milioni di euro. Sono quattro i Comuni nel mirino delle due inchieste
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Maxi-operazione contro la 'ndrangheta da parte della Dia, dei carabinieri e della Guardia di finanza di Reggio Calabria e Firenze. Ventisette persone sono state fermate su tutto il territorio nazionale su ordine della Dda reggina ed eseguiti sequestri per un valore di 100 milioni di euro. Contemporaneamente sono stati eseguiti 14 provvedimenti restrittivi e altri sequestri per circa 20 milioni di euro su ordine della Dda fiorentina.
Sono 14 le persone per le quali il gip, su richiesta della Dda di Firenze, ha emesso la misura di custodia cautelare: per 11 in carcere, per altri 3 agli arresti domiciliari. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere, estorsione, sequestro di persona, usura, riciclaggio e autoriciclaggio, attività finanziaria abusiva, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso.
Riciclaggio nelle aziende del cuoio - Il gip fiorentino Paola Belsito nell'inchiesta "Vello d'Oro" della Dda toscana ha disposto il sequestro preventivo di 12 società, di cui 7 con sede all'estero, e sospettate di essere controllate dalla 'ndrangheta. Queste sono società con sedi in Slovenia, Gran Bretagna, Austria, Croazia e Romania. Sequestrati numerosi conti correnti bancari. Le indagini hanno evidenziato che gli esponenti della 'ndrangheta attivi in Toscana andavano a prendere in Slovenia, presso una banca locale, il denaro oggetto del riciclaggio da svolgere in Toscana in collaborazione con aziende del distretto del cuoio. Secondo quanto emerge, il denaro veniva dato alle aziende "sane" che poi lo avrebbero restituito maggiorato di un tasso usurario con pagamento di false fatture, in particolare per la finta fornitura di pellami, fittiziamente pattuita con un imprenditore calabrese in Toscana.
Mentre Dia e Guardia di finanza di Reggio Calabria hanno sequestrato, tra l'altro, 51 imprese, oltre a beni immobili e disponibilità finanziarie. Le persone destinatarie del provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Reggio Calabria sono ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, usura, esercizio abusivo dell'attività finanziaria, trasferimento fraudolento di valori, frode fiscale, associazione per delinquere finalizzata all'emissione di false fatturazioni, reati fallimentari ed altro.
Dove finiscono i soldi della 'ndrangheta? - "Alcune società cartiere, produttive di false fatturazioni, venivano costituite per coprire i flussi finanziari. Dopo due anni di attività, queste società venivano trasferite nel Regno Unito e fatte cessare. Questo, per rendere praticamente impossibile la ricostruzione dei flussi di denaro. Immaginate quali intelligenze economico finanziarie intervengono in questa situazione". Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, illustrando l'operazione che ha portato a 41 arresti per 'ndrangheta tra Firenze e Calabria. "Dove finiscono i soldi della 'ndrangheta?", si chiede Cafiero De Raho. "Com'è possibile che non riusciamo mai a individuare queste centinaia di milioni di euro? Queste somme devono pur lasciare una traccia".
Quattro Comuni nel mirino delle indagini - Nelle due inchieste parallele che hanno dato un colpo ai meccanismi economico e finanziari di riciclaggio dei proventi illeciti della 'ndrangheta sono 27 i fermi disposti dalla Dda di Reggio Calabria nell'inchiesta "Martingala" con accusa di associazione a delinquere di stampa mafioso (416 bis) e altri 46 sono i denunciati. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, poi, sono quattro i Comuni nel mirino delle due inchieste.