un senegalese 25enne

Calabria, incendio in una baraccopoli a San Ferdinando: una vittima | Il Viminale: "Al via i ricollocamenti"

Nel rogo sono state distrutte una ventina di abitazioni fatiscenti. Gli occupanti chiedono alle istituzioni soluzioni alternative. Pronto il piano messo a punto dal ministero dell'Interno

16 Feb 2019 - 17:57
 © ansa

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Un incendio è divampato nella notte nella baraccopoli di San Ferdinando, a Gioia Tauro, e ha provocato una vittima, un senegalese di 28 anni. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco che hanno allestito una postazione fissa sul posto. L'identità della persona deceduta è Moussa Ba, un 29enne di nazionalità senegalese. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri. Nel rogo sono state distrutte una ventina di baracche.

All'origine dell'incendio potrebbe esserci uno dei tanti fuochi accesi dai migranti per riscaldarsi. E' questa l'ipotesi emersa dai primi accertamenti compiuti dagli investigatori di polizia e carabinieri giunti sul posto. Una scintilla avrebbe provocato le fiamme che poi si sono rapidamente propagate tra le baracche fatte di materiale infiammabile come legno e plastica.

La vittima dell'incendio in Italia dal 2015 - La vittima del rogo era un 28enne del Senegal, Moussa Ba, e aveva avuto la protezione umanitaria dalla commissione territoriale di Trapani nel 2015. Il giovane, dicono in questura a Reggio Calabria, aveva avuto un permesso di soggiorno, sempre per motivi umanitari, scaduto a marzo 2018 e non rinnovato per la mancata presentazione della documentazione. Il 31 dicembre era stato arrestato dal commissariato di Gioia Tauro, su delega della squadra mobile di Pisa, per detenzione di hashish a fini di spaccio e il 16 gennaio era stato scarcerato. Per lui era stata stabilita la misura cautelare del divieto di dimora nella provincia toscana.

Tre le vittime nella baraccopoli in un anno - Con Moussa Ba, salgono a tre le vittime di incendi nella baraccopoli di San Ferdinando registrate in un anno. Il 27 gennaio 2018 perse la vita una 26enne nigeriana, Becky Moses. In quel caso l'incendio fu doloso. Pochi mesi dopo la polizia ha fermato una donna ritenuta la mandante del rogo, fatto appiccare per gelosia. Il 2 dicembre 2018, morì Surawa Jaith, del Gambia, che avrebbe compiuto 18 anni pochi giorni dopo.

Tensione trai migranti di San Ferdinando: verranno trasferiti - C'è tensione tra i migranti che vivono nella baraccopoli di San Ferdinando, dopo l'ennesimo incendio. I migranti da tempo chiedono soluzioni abitative che superino l'emergenza della baraccopoli. Nel campo c'è chi è pronto a dare vita ad un corteo di protesta fino a San Ferdinando.

Il Viminale: al via i ricollocamenti - Fonti del Viminale fanno sapere che a breve scatterà il piano messo a punto nelle ultime settimane: il primo passo prevede lo spostamento di 40 immigrati regolari in strutture d'accoglienza regionali. Già in passato erano stati messi a disposizione 133 posti in progetti Sprar, ma solo 8 immigrati avevano accettato la soluzione.

Trasferiti i primi 15 migranti - I primi 15 migranti che hanno accettato di essere collocati negli Sprar indicati dalla Prefettura sono partiti dal commissariato di Gioia Tauro dove sono stati riuniti. Si tratta di una prima risposta di disponibilità di migranti che decidono di lasciare la baraccopoli per trovare accoglienza negli Sprar in alcuni comuni della zona e del vibonese. I migranti vengono accompagnati dalla polizia alla nuove destinazione. Si cerca così di alleggerire il numero dei residenti nella baraccopoli.

Salvini: "Pronti a sgomberare la baraccopoli" - "Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando. L'avevamo promesso e lo faremo, illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa (un incendio con una vittima). Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!), tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità". Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

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