CLAN E "PATRONI"

Calabria, sarà rimossa dal Comune la statua del santo donata da un clan della 'ndrangheta

Venerdì il Consiglio comunale di Guardavalle voterà la delibera per togliere l'immagine del patrono, offerta alla città dai Gallace, una delle famiglie più potenti della zona. Il caso dopo un servizio di "Striscia"

18 Dic 2019 - 17:25

L'aveva donata alla città di Guardavalle (Catanzaro), in Calabria, la famiglia Gallace, uno dei clan più potenti della 'ndrangheta. Ma presto quella scultura di sant'Agazio, installata davanti alla sede del Comune, sarà rimossa. Il sindaco Pino Ussia ha infatti annunciato che venerdì il Consiglio comunale voterà la delibera per portar via quella statua, raffigurante il patrono della città. 

La delibera in Consiglio comunale venerdì In assemblea sarà dunque discusso e approvato un testo che annulla la decisione di installare quell'immagine davanti al municipio, anche in seguito alla sollecitazione arrivata dal prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino, che ha fatto pressione sul Comune per accelerare i tempi dell'operazione. 

Il servizio di "Striscia la notizia" Il caso era emerso dopo che "Striscia la notizia" aveva mandato in onda un servizio in cui, senza sapere di essere ripreso, il sindaco aveva detto tra l'altro: "Se tolgo la statua mi sparano". Ussia ha però poi dichiarato: "Un'intervista durata più di un'ora è stata tagliata e rimontata ad uso, evidentemente, di chi voleva fare notizia e sensazionalismo". E precisa che già prima della messa in onda era stata avviata la procedura per revocare il via libera a quella statua. "Ne ho informato il prefetto di Catanzaro e tutte le autorità", aggiunge il primo cittadino, chiarendo in merito alla provenienza: "Il donatore, per quello che ne so, è un signore di nome Gallace che vive a Roma e che è solo parente, per quanto mi risulta nemmeno in buoni rapporti, dei Gallace a cui si è fatto riferimento". 

I Gallace e la segnalazione del Codacons I Gallace sono considerati tra le famiglie più potenti della 'ndrangheta e sono presenti, oltre che in Calabria, anche in Lazio. In passato, a chiedere l'intervento dello Stato per la statua era era stato il Codacons, ricordando come la criminalità organizzata utilizzi tutti i simboli, "soprattutto quelli religiosi, per dimostrare a tutti il suo potere". L'organizzazione dei consumatori aveva quindi già sollecitato il prefetto di Catanzaro perché "provvedesse immediatamente a far rimuovere quella statua. Anche attraverso il genio militare". Inoltre, alcuni consiglieri di altri Comuni della Calabria hanno avviato una raccolta di firme per protestare contro questa "esternazione del potere" da parte dell'organizzazione criminale più potente, come già sottolineato dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. 

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