Niente da fare nemmeno per il feto. La Procura ha aperto un'inchiesta e disposto l'autopsia sul corpo della 34enne. Il ministro Speranza ha predisposto un'ispezione
La Procura di Cosenza ha aperto un'inchiesta sulla morte di M.C., una 34enne al sesto mesi di gravidanza deceduta nell'ospedale Annunziata insieme al bimbo che portava in grembo. L'inchiesta è partita dalla denuncia presentata alla polizia dal marito della donna, che ipotizza lacune nell'attività di assistenza alla moglie da parte del personale sanitario che ne ha gestito il percorso ospedaliero.
I magistrati sono fermamente intenzionati a verificare che non ci sia stata superficialità, o peggio ancora negligenza, nelle cure che sono state prestate alla donna e che tutti i protocolli siano stati rispettati. M.C., residente a Longobardi, un centro del Cosentino, è morta mentre era ricoverata nel reparto di ginecologia.
La donna si era presentata al pronto soccorso dell'Annunziata accusando forti dolori addominali. I medici, dopo averla visitata, ne avevano disposto le dimissioni ritenendo, evidentemente, che la donna non necessitasse di cure particolari.
La situazione si è però complicata in pochi giorni e la 34enne è tornata in ospedale accusando sempre e ancora più acuti dolori addominali. Si è provveduto allora a prestarle ulteriori cure e ad effettuare nuovi approfondimenti diagnostici, che però non sono serviti a nulla e la paziente è deceduta.
Inutile anche il tentativo di salvare la vita al bimbo che la donna aveva in grembo. I familiari, a quel punto, hanno chiesto l'intervento della magistratura, che ha aperto immediatamente un'inchiesta e ha disposto il sequestro della cartella clinica della donna e delle due salme, sulle quali ha disposto l'autopsia per accertare la causa della morte della 34enne e del figlio e accertare eventuali responsabilità da parte del personale sanitario.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato l'invio di un'ispezione nell'ospedale. La vicenda della morte di M.C. e del figlio ha destato sgomento a Longobardi, una piccola comunità di poco più di 2mila abitanti dove la famiglia di M.C. era molto conosciuta.