I militari dell'Arma sono stati definiti "razzisti" dai manifestanti radunati di fronte alla sede del Municipio
Circa cento migranti stanno inscenando, per le strade di San Ferdinando, una manifestazione per protestare contro l'uccisione da parte di un carabinieri di un giovane del Mali che lo aveva aggredito e ferito con un coltello. Tra i manifestanti c'è rabbia e tensione. I migranti scandiscono slogan contro i carabinieri, definendoli "razzisti", gridano "Italia razzista" ed espongono cartelli dello stesso tenore.
"Non siamo qui per fare la guerra o per fare casini, siamo qui per lavorare e per mangiare. I carabinieri devono venire per mettere pace e non per uccidere". Lo ha detto un migrante del Mali, connazionale del giovane ucciso mercoledì. "Quello che è accaduto - ha aggiunto il migrante - non è giusto. E vogliamo che tutta l'Italia e tutta l'Europa lo sappiano".
La protesta si è intanto spostata davanti al Municipio di San Ferdinando, dove gli extracomunitari si sono radunati per denunciare le condizioni in cui sono costretti a vivere nella tendopoli. I manifestanti hanno incontrato il commissario prefettizio del Comune, Francesco Pepe. Della delegazione fa parte anche il fratello dell'immigrato ucciso.
La dinamica degli eventi - L'episodio è avvenuto nella baraccopoli di San Ferdinando, che nel periodo invernale ospita migliaia di immigrati impegnati nella raccolta delle arance nella piana di Gioia Tauro. Il militare è intervenuto insieme ad un collega per sedare una lite tra due extracomunitari. Uno, il 27enne Sekine Traore, ha estratto un coltello e lo ha ferito. Il militare ha reagito sparando contro il malese. Sembra che i due migranti stessero litigando perché uno aveva cercato di derubare l'altro.
Procuratore: "Si delinea legittima difesa" - "Il carabiniere che ha ucciso l'immigrato dovrà essere iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto a garanzia dei diritti della difesa, in relazione all'autopsia che sarà eseguita sul corpo della vittima, ma il quadro che si delinea è di una legittima difesa da parte del militare". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Palmi, Ottavio Sferlazza. "C'è stato - ha aggiunto - da parte dell'immigrato, secondo la nostra ricostruzione basata sulle testimonianze delle persone presenti, un atteggiamento inizialmente intimidatorio nei confronti del carabiniere e poi concretamente aggressivo, con una coltellata che ha raggiunto il militare al volto. Il carabiniere ha anche tentato inutilmente di ricondurre l'immigrato alla calma".