Definito il "miliardario del bitume", Domenico Gallo era riuscito negli anni a creare un comitato d'affari composto da esponenti di cosche, uomini della pubblica amministrazione e faccendieri
La Gdf di Reggio Calabria ha confiscato beni per un valore di 212 milioni di euro all'imprenditore Domenico Gallo, indiziato di contiguità con le cosche della 'ndrangheta Piromalli e Zagari-Fazzalari. Oltre a svariate disponibilità finanziarie, la confisca ha riguardato 13 società di capitali, le quote di un'altra società, 11 proprietà, tra terreni e fabbricati e una villa di pregio, un autoveicolo e 12 orologi di lusso.
Definito dai collaboratori di giustizia il "miliardario del bitume", Gallo era riuscito negli anni a creare un comitato d'affari composto da esponenti dell'ndrangheta, uomini della pubblica amministrazione e faccendieri, che gli avrebbe consentito di accaparrarsi decine di opere pubbliche non solo in Calabria ma in molte regioni italiane. Il coinvolgimento dell'imprenditore in contesti di criminalità organizzata per la commissione di reati di natura economico finanziaria era già emerso in diverse inchieste condotte dalle procure antimafia di tutta la Calabria.
Per anni gli uomini del comando provinciale di Reggio Calabria e la Guardia di Finanza hanno indagato sul suo patrimonio e sugli innumerevoli beni che aveva accumulato, molti dei quali intestati a prestanome o a società fittizie. Significativa era apparsa da subito la sproporzione fra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato. Il provvedimento di oggi richiesto dalla procura antimafia di Reggio Calabria prevede anche la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per cinque anni.