"Piena fiducia nella magistratura. Chiederò di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente". Agli arresti domiciliari l'assessore regionale calabrese Franco Talarico
Lorenzo Cesa ha annunciato le dimissioni da segretario nazionale dell'Udc dopo aver saputo di essere indagato nell'ambito di una maxi-inchiesta della Dda di Catanzaro sulla 'ndrangheta. "Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti del 2017 - ha detto -. Mi ritengo estraneo, chiederò di essere ascoltato dalla procura. Ho piena fiducia nell'operato della magistratura". Cesa è accusato di associazione per delinquere aggravata dalle modalità mafiose.
"Chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente - ribadisce Cesa -. E data la particolare fase che vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni con effetto immediato". L'esponente Udc ha anche detto: "Non credo a tempi sospetti" escludendo che il suo coinvolgimento nell'inchiesta possa essere letta comune una "mina" sulle interlocuzioni sulla crisi. "Il centrodestra è unito - ha chiarito -. Detto questo sono un paersona seria e lo sono anche oggi: non mi occupo più di vicende politiche. E' un momento difficile. L'unica cosa che devo fare è prendere le carte e lasciare il mio ufficio nella sede dell'Udc". Intanto, la sua casa di Roma è stata perquisita dal personale della Dia.
Le accuse a Cesa Secondo l'accusa, Cesa, che all'epoca dei fatti, il 2017, era eurodeputato dell'Udc, d'intesa con Francesco Talarico (agli arresti domiciliari), avrebbe aiutato due imprenditori, indagati nella stessa inchiesta e ritenuti legati a cosche di 'ndrangheta del crotonese e del reggino ad ottenere appalti nel settore della fornitura di materiali per l'antinfortunistica.
I due politici - scrivono i pm nel capo di imputazione - "avrebbero assicurato di intercedere con pubblici ufficiali in servizio presso enti pubblici ovvero con amministratori di società in house a livello nazionale (i cui enti o società avrebbero bandito gare di appalto per forniture di prodotti antinfortunistici ovvero di pulizie), nonché proponendosi di corrompere altri pubblici ufficiali preposti alle stazioni appaltanti ovvero, per le società in house, ai competenti uffici appalti".
Cesa, in particolare, scrivono i pm, "si impegnava ad appoggiare il gruppo per soddisfare le mire dei sodali nel campo degli appalti. Con le condotte in parola contribuivano a salvaguardare gli interessi delle compagini associativa di tipo 'ndranghetistico di riferimento, in particolare le cosche dell'Alto Jonio catanzarese e del Basso Jonio crotonese", cui era legato un altro indagato, Antonio Gallo, "e le cosche reggine" cui era legato un altro indagato, Antonino Pirrello.
Arrestato l'assessore regionale calabrese Talarico Tra le 48 persone coinvolte nell'inchiesta, nominata Basso, il segretario regionale dell'Udc Francesco Talarico, anche assessore al Bilancio, è stato posto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Lamezia Terme.
L'ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, Alfredo Ferraro, su richiesta del Procuratore Capo, Nicola Gratteri, e dei pm Paolo Sirleo e Veronica Calcagno.