la coppia arrestata venerdì davanti al gip

Neonata rapita a Cosenza, Sofia e i genitori lasciano la clinica | Rosa Vespa "scagiona" il marito: "Ho fatto tutto da sola"

"Stiamo bene, ci stiamo riprendendo, grazie a tutti e soprattutto ai miei angeli", ha detto la mamma della bimba ai poliziotti. Dubbi degli inquirenti sulla posizione di Acqua Moses, che incolpa la moglie di avergli rovinato la vita

23 Gen 2025 - 19:46

La piccola Sofia, insieme ai genitori, ha lasciato la clinica Sacro cuore di Cosenza per andare a casa. La neonata, sequestrata e liberata dopo poche ore dalla polizia, è uscita dalla clinica portata dal padre Federico Cavoto, accompagnato da uno dei proprietari della clinica, Saverio Greco, e seguiti dalla mamma Valeria Chiappetta, visibilmente sofferente in volto, sorretta da un altro dei proprietari, Giancarlo Greco. "Stiamo bene, ci stiamo riprendendo, grazie a tutti e soprattutto ai miei angeli", ha detto la donna, riferendosi alle agenti della polizia che le sono state accanto in questi giorni. La famiglia è quindi salita su un'auto che, scortata da una volante, si è diretta verso la loro abitazione.

Neonata rapita a Cosenza, Sofia e i genitori lasciano la clinica

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Rosa Vespa difende il marito: "Ho rapito Sofia da sola"

 Rosa Vespa, la 51enne cosentina sottoposta a fermo insieme al marito, Acqua Moses, di 43, senegalese, per il sequestro di Sofia, dovrà spiegare molte cose davanti al gip che venerdì la sentirà per l'interrogatorio di garanzia. "Ho organizzato il sequestro della neonata, da sola. Mio marito non è mai stato al corrente dell'iniziativa", ha comunque già detto la donna, come riporta Il Corriere della Sera, davanti agli agenti della squadra mobile di Cosenza che martedì sera l'hanno arrestata. Alla domanda dei poliziotti sul perché avesse compiuto il rapimento, ha risposto: "Dieci giorni fa ho perso un bimbo. Volevo a tutti i costi diventare mamma". Circostanza che, come accertato dagli inquirenti, si è rivelata falsa. Moses ha invece accusato la moglie di avergli rovinato la vita.

I dubbi degli inquirenti sulla posizione di Acqua Moses

 La versione di Rosa Vespa non convince chi indaga. Per Gabriele Presti, capo della squadra mobile di Cosenza, "la ricostruzione degli accadimenti del passaggio in cui è stata prelevata Sofia, dalla stanza della madre, non lascia spazio a ipotesi alternative al fatto che l'uomo abbia preso parte al sequestro di persona". Le telecamere di videosorveglianza della clinica Sacro Cuorem infatti, hanno inquadrato Moses martedì sera nella reception della clinica mentre attendeva la moglie che era salita al primo piano della struttura per rapire la piccola Sofia.

Testimoni: "Erano giorni che quella donna entrava e usciva dalla clinica"

 Nel frattempo spuntano diverse testimonianze come quelle raccolte da "Mattino Cinque News". I reporter della trasmissione hanno intercettato la proprietaria della pasticceria vicino alla clinica Sacro Cuore di Cosenza la quale ha confermato di aver riconosciuto Rosa Vespa. "La donna è arrivata in pasticceria il 14 gennaio e ha chiesto una torta con sfondo bianco con fiocco rosa da realizzare in pasta di zucchero, non da mangiare ma solo come addobbo da tavolo, con su un elefantino. Ci ha dato tempi un po' brevi per la realizzazione ma è stata gentile". Ancora più inquietante la dichiarazione fatta dal fruttivendolo sempre nei pressi dell'ospedale: "Ho visto quella donna passeggiare spesso e volentieri in questa zona. Già una settimana prima del rapimento l'ho notata fare avanti e indietro in clinica, pensavo che era lì per dare il cambio a un parente".

Cosenza, il ritorno a casa della piccola Sofia e di sua madre

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Cosa sappiamo della coppia di rapitori

 Rosa Vespa e Acqua Moses aveva organizzato una "pantomima", usando le parole del capo della mobile Gabriele Presti. Una messa in scena per celebrare quello che, nelle intenzioni della coppia, era l'ingresso in casa del loro primo figlio, Ansel, in realtà sottratto in una clinica. Dentro la tutina azzurra, infatti, i poliziotti, andati a colpo sicuro in quella casa, hanno trovato Sofia. Prima di arrivare alla "pantomima" della festa la donna ne aveva messa in piedi un'altra: simulare per nove mesi la gravidanza. Una tragica sceneggiata culminata l'8 gennaio con un post su Facebook in cui annunciava la nascita di Ansel.

Il post sulla nascita del figlio che nessuno aveva mai visto

 Un bimbo che nessuno, però, aveva mai visto, dato che la donna aveva raccontato che era stato trattenuto in clinica per accertamenti. Col passare dei giorni, forse, lei stessa si è resa conto che la storia non poteva più reggere e ha deciso di agire. Nel tardo pomeriggio di martedì, è andata nella clinica Sacro cuore insieme al marito, si è messa una mascherina sul volto ed ha bussato ad una camera chiedendo se il neonato doveva fare il bagnetto.

Alla risposta negativa, è passata alla stanza successiva. Qui ha trovato mamma Valeria con Sofia e le nonne. Spacciandosi per puericultrice, ha preso la piccola dicendo che la doveva visitare il pediatra. Non vedendola tornare, la mamma si è preoccupata ed ha chiesto informazioni. È così che è stato scoperto il sequestro. Subito sono scattati posti di blocco ovunque, in città, mentre la polizia conduceva le indagini.

Fondamentali per il ritrovamento, ha spiegato il capo della squadra mobile, sono state la descrizione della donna, la conoscenza del territorio e la videosorveglianza. Già pochi minuti dopo il loro arrivo, infatti, i poliziotti hanno visionato due video, uno ripreso dentro la clinica che mostrava i due mentre uscivano con la piccola, ed uno all'esterno che li ha immortalati mentre se ne andavano a bordo di un'Alfa Romeo 147. Risaliti all'intestatario, gli agenti sono piombati a casa dell'uomo ed hanno trovato Sofia.

Le indagini dovranno accertare in maniera più definita il movente di un gesto che ha gettato nel panico un'intera regione e nello sconforto una famiglia di giovani, già genitori di un ragazzino di 6 anni. Si dovrà capire se la donna avesse fatto sopralluoghi nei giorni precedenti e pianificato il rapimento.

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