L'ideologo delle nuove Brigate Rosse ha scontato la pena definitiva di 9 anni per aver organizzato un attentato a Piero Ichino
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E' uscito dal carcere di Catanzaro lo scorso 23 maggio, ma la notizia si è appresa solo ora: Alfredo Davanzo, considerato l'ideologo delle cosiddette Nuove Br del Partito Comunista Politico-Militare, ha finito di scontare la pena definitiva a nove anni di carcere ed è ritornato libero. Lo ha confermato il Dap.
Volevano uccidere Piero Ichino - Davanzo, come altri 10 neo brigatisti, meno di due anni fa si era visto confermare dalla Cassazione, la condanna inflitta nel processo d'appello bis. L'accusa era di avere progettato un attentato al giuslavorista e parlamentare Pietro Ichino anche se, per la Suprema Corte, le cosiddette Nuove Br non potevano essere considerate un'organizzazione terroristica.
Aveva evitato l'accusa di terrorismo - La II Sezione Penale della Cassazione nel settembre 2012 aveva infatti dichiarato inammissibile il ricorso con il quale la Procura Generale di Milano chiedeva il ripristino dell'accusa di terrorismo, che avrebbe ridato vigore alle pene più aspre inflitte nel primo processo di appello. Era stata la stessa Cassazione, il 23 febbraio 2011, con un verdetto della Quinta sezione penale, ad annullare con rinvio quelle condanne, ritenendo non configurabile la matrice terroristica dell'organizzazione neobrigatista.
Il 28 maggio, la Corte d'Assise d'appello di Milano, seguendo la stessa impostazione, aveva fatto cadere l'accusa di associazione sovversiva con finalità terroristiche. Davanzo era stato arrestato con altri 14 nel 2007 nell'operazione "Tramonto" coordinata dal pm Ilda Boccassini.