Così il sindaco del comune reggino ha commentato a caldo la revoca degli arresti domiciliari sostituiti con il divieto di dimora a Riace
© ansa
La revoca degli arresti domiciliari, sostituiti dal divieto di dimora a Riace, lasciano amareggiato il primo cittadino della città calabrese, Mimmo Lucano. "Un po' sono contento perché è come sentire di nuovo la libertà, ma non posso non essere amareggiato. Cosa sono un criminale? Ora mi pare evidente che si tratta di un processo politico. Ho paura che adesso ci sia l'obbligo di stritolarmi", ha detto infatti dopo la decisione del Riesame.
"Sono certo che prima o poi sarà riconosciuta la mia buona fede" - Poco dopo le sei di mattina, Lucano ha quindi lasciato Riace. "Mi allontanano dal mio paese, dal luogo in cui ho speso tutta la mia vita negli ultimi venti anni - ha spiegato al quotidiano "La Repubblica" -. Ma ormai andiamo avanti. Non ho nulla di cui pentirmi. Non so come, devo chiarirmi le idee, ma prima o poi sono certo che sarà riconosciuta la mia buona fede".
Lucano: "Non ho ancora deciso dove andare" - Costretto a lasciare la propria casa di Riace, il primo cittadino ha spiegato che non ha ancora deciso dove andrà ad abitare ma, ha precisato, "ci sono amici che mi sono vicini in questo momento critico e che mi stanno assistendo". Lucano ha inoltre sottolineato che sta vivendo "una condizione di precarietà. Ho in macchina i miei effetti personali e alcuni libri. Se avrò bisogno di altre cose me le farò portare da mia figlia".
De Magistris invita Lucano a Napoli - "Caro Mimmo lo so che non lascerai la tua e nostra amata Calabria ma se vuoi ti ospitiamo con amore a Napoli". Lo ha scritto su Twitter il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, aggiungendo che "il divieto di dimora nella tua Riace è peggio degli arresti domiciliari. Ma non potranno mai arrestare la rivoluzione. Riace vivrà con Lucano Sindaco!".
L'arresto di Mimmo Lucano - Lucano era stato arrestato con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti il 2 ottobre. Il primo cittadino, considerato simbolo dell'accoglienza, era finito ai domiciliari all'alba di quel giorno con un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Domenico Di Croce, su richiesta del procuratore di Locri, Luigi d'Alessio, che aveva deciso anche il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem. I due avrebbero organizzato "nozze di convenienza tra riacesi e stranieri al fine di favorire illecitamente la permanenza di quest'ultimi in Italia".
Per la compagna di Lucano obbligo di firma a Riace - E proprio la compagna condivide con Lucano un destino simile e allo stesso tempo opposto. Anche per lei è stata infatti rivista la misura cautelare, ma mentre il sindaco non potrà soggiornare a Riace, per la donna non ci sarà più il divieto di dimora nel comune reggino bensì l'obbligo di firma.