DISCRIMINAZIONE "NATALIZIA"

Vibo, una famiglia insulta alcuni ragazzi Down al ristorante: "Mangiare vicino a loro ci dà la nausea"

La segnalazione arriva da un'associazione che promuove l'autonomia dei giovani disabili. La condanna del sindaco del Comune, che da tempo lavora all'inserimento lavorativo dei portatori di handicap

27 Dic 2019 - 18:17
 © Facebook

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Un gruppo di ragazzi Down sono in un ristorante  a Filadelfia (Vibo Valentia) per una pizza in compagnia. E' l'antivigilia di Natale e i giovani sono arrivati con due accompagnatori. A guastare la serata però ci pensa una famiglia che protesta con il proprietario del locale dicendo che mangiare vicino a quelle persone è "disgustoso", insulta gli accompagnatori e se ne va.

"Quei ragazzi ci danno la nausea" - La triste storia di discriminazione viene raccontata su Facebook dal responsabile del Club dei ragazzi di Filadelfia Francesco Conidi, che guida un'associazione per giovani Down in un percorso di educazione all'autonomia che passa attraverso esperienze di vita quotidiana. Come uscire con gli amici la sera per andarsi a mangiare una pizza insieme. E' stato Conidi che, via social, ha condiviso l'accaduto. Questa famiglia, non del luogo, sosteneva, ha scritto Conidi, "di avere nausea alla vista dei ragazzi, di comprendere la malattia degli stessi ma di non poter cenare accanto a loro" rivendicando che "a Roma certe cose non accadono". 

Insulti e discriminazione - I due accompagnatori erano poco lontano dai ragazzi, proprio allo scopo di favorire la loro "serata in autonomia". Sono intervenuti per capire cosa stava succedendo e la famiglia ha risposto insultando anche loro e ribadendo che la vista di quei ragazzi li nauseava. Un comportamento "incivile e disumano", scrive Conidi, in una realtà, come quella di Filadelfia, da sempre sensibile all'inclusione. La condanna è arrivata anche dal sindaco di Filadelfia Maurizio De Nisi, a capo di un'amministrazione da sempre attenta alla disabilità e all'inserimento lavorativo dei portatori di handicap. "E' sconfortante - commenta infine Conidi - prendere atto che alle soglie del 2020 a una persona possa essere negata la libertà di cenare con gli amici in tranquillità, senza essere offesa, solo perché ha la sindrome di Down". 

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