Esplosione a Calenzano, morti e feriti: la deflagrazione nella raffineria dell'Eni
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L'avviso da parte dell'amministrazione di Calenzano: "Non ci sono rischi per la salute". Esplosione dopo perdita di liquido infiammabile
Un'esplosione avvenuta in una raffineria, in un sito Eni, a Calenzano ha provocato due morti, 26 feriti (due gravemente ustionati) e tre dispersi. Sulla vicenda la procura di Prato ha aperto un'inchiesta "per appurare eventuali responsabilità" e alcuni testimoni che erano sul posto vengono ascoltati in queste ore. Il corpo di Vincenzo Martinelli, 51enne autotrasportatore residente a Prato e originario di Napoli, è stato il primo identificato mentre per il secondo servirà l'esame del Dna. La deflagrazione è stata avvertita anche in centri distanti dal sito Eni, fino a Firenze.
I vigili del fuoco hanno domato le fiamme. Un testimone ha raccontato: "Ho sentito una gran botta, come se fosse una bomba, un missile, ha sfondato tutte le porte, i vetri, tutto". Il Comune di Calenzano ha rassicurato i cittadini: "Non ci sono rischi per la salute".
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Le vittime sono tutti camionisti che, con le loro autobotti, si trovavano nello stabilimento per fare rifornimento: una perdita di benzina, o forse la fuoriuscita di vapori, hanno provocato lo scoppio che ha fatto saltare in aria gli autocarri, incendiando la pensilina dell'intera struttura e facendo crollare parte dell'edificio del centro direzionale adiacente.
L'incidente ha messo in pericolo migliaia di persone, a partire dagli abitanti della zona di Calenzano, arteria del bacino industriale della piana fiorentina, ma anche il tratto della vicina autostrada A1, chiusa in quel tratto per ore in entrambe le direzioni così come è stata sospesa la circolazione ferroviaria di alcune linee. Il dipartimento della Protezione civile ha attivato un alert per un raggio di cinque chilometri chiedendo di "tenere chiuse le finestre e di non avvicinarsi alla zona". Per il forte odore dovuto alla combustione di idrocarburi nell'area sono state anche distribuite mascherine.
Ad assistere per qualche minuto all'intervento dei vigli del fuoco, che in breve tempo sono riusciti spegnere le fiamme cominciando a recuperare i primi corpi, è stato anche il sindaco della cittadina: "Ho visto una scena impressionante, c'è una distruzione totale. Immagino chi era lì a lavorare ed era lì vicino o sotto le infrastrutture di ricarica, quello dev'essere apparso come un inferno. La situazione è indescrivibile", ha raccontato Giuseppe Carovani. "Nel piazzale esterno dello stabilimento c'era stato l'incendio di un'autocisterna diversi anni fa, ma fino a domenica all'interno non si erano mai verificati episodi di questo tipo".
Intanto gli ospedali della zona, come il vicino policlinico Careggi, hanno accolto i feriti, ventisei in tutto, dopo l'attivazione della Regione Toscana di un piano che facesse fronte a un "massiccio afflusso". Una decina di feriti sono stati trasportati in ambulanza, due sono gravemente ustionati, uno dei quali nella struttura di Pisa. Altri sono finiti in ospedale per traumi cranici subiti a seguito della vicina deflagrazione e altri diciassette si sono presentati spontaneamente nei pronto soccorso.
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"Non ho mai visto niente del genere nella mia vita, sembrava ci avesse attraversato un fulmine", ha raccontato uno dei superstiti feriti. L'esplosione "è stata così forte da farci saltare per diversi metri all'interno del nostro ufficio, i vetri si sono sfondati e ci hanno ferito. Sono ancora stordito". Un altro testimone oculare ha aggiunto: "Il mio furgone si è alzato di due metri da terra e per il boato ora sento poco". Altri operai che erano sul posto hanno paragonato l'episodio allo scoppio di "una bomba, come in una guerra".