indagine "Penelope"

Caserta: assenteismo, corruzione e gare truccate all'Asl | Indagato il presidente del Consiglio regionale della Campania

Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali sono emersi, secondo gli inquirenti, numerosi gravi violazioni penali

22 Feb 2021 - 10:06
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Dodici arresti, 6 misure interdittive, 79 indagati (tra funzionari e dipendenti) e un sequestro di oltre 1,5 milioni di euro. E' il risultato della maxi-indagine "Penelope" della Procura di Napoli Nord sull'Asl di Caserta che ha consentito di fare luce su numerosi episodi di assenteismo, corruzione e gare d'appalto truccate. Secondo l'indagine, l'affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) avveniva in cambio di regali e assunzioni.

Tra le persone indagate figura anche il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero: gli viene contestato il reato di traffico influenze in relazione a un singolo episodio.

Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali sono emersi, secondo gli inquirenti, numerosi gravi violazioni penali, come l'affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal Dipartimento di Salute Mentale, in cambio di somme di danaro e regali vari

E' emersa anche una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche, che venivano affidati a strutture esterne convenzionate senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico, assoggettando l'onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell'Asl di Caserta.

Gli inquirenti hanno accertato l'affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) ad un'associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, avrebbero corrisposto ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell'Asl, regali e altri vantaggi, come l'assunzione di propri familiari.

Sono stati poi riscontrati episodi di corruzione dei gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell'affidamento diretto dei pazienti e dell'omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro e altre utilità ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici.

E' emerso inoltre la gestione occulta da parte di alcuni funzionari dell'Asl, con intestazione fittizia a persone compiacenti, di strutture private convenzionate presso le quali venivano indirizzati i pazienti, affidati con onere a carico dell'Asl (diaria di circa 88 euro), direttamente dai medesimi funzionari.

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