"Volevo porre fine alle loro sofferenze"

Caserta, badante si autodenuncia e confessa quattro omicidi

L'uomo si è recato dai carabinieri raccontando di avere ucciso quattro delle persone che aveva assistito "per porre fine alle loro sofferenze"

24 Ago 2024 - 21:35

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto il fermo di un 48enne, Mario Eutizia, che giovedì mattina si è recato dai carabinieri di Caserta e ha confessato quattro omicidi, tutti di persone presso cui aveva svolto il ruolo di badante. Le vittime risiedevano in Cilento, a Casoria e a Latina.

Il badante avrebbe somministrato dosi di massicce di sedativi agli anziani che assisteva, fino a quattro volte in più di quelle prescritte, con lo scopo di portarli "dolcemente" verso la morte, "spinto da una profonda compassione e pietà degli stessi", essendo persona molto anziane e gravemente malate.

È così che Mario Eutizia ha confessato e spiegato al pubblico ministero di Santa Maria Capua Vetere Annalisa Imparato i suoi delitti, risalenti al 2014, quando avrebbe ucciso due anziani a Latina, non ancora però identificati. I carabinieri di Caserta hanno potuto invece accertare l'identità degli ultimi due decessi confessati da Eutizia, avvenuti pochi mesi fa: quello dell'89enne Luigi Di Marzo, morto a Casoria (Napoli) nel dicembre scorso, e del 96enne Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati (Salerno) nel marzo di quest'anno.

I militari hanno contattato i parenti dei due anziani, constatando che Eutizia aveva prestato servizio come badante presso entrambi, e che a Vibonati era stato anche denunciato dai carabinieri per aver rubato l'auto dell'anziano dopo la morte di quest'ultimo; i due anziani erano affetti da patologie oncologiche e demenze senili, e prendevano sedativi come il Talofen e il Trittico. Peraltro lo stesso Eutizia, è emerso, è paziente oncologico e assumeva tali farmaci, per cui ne conosceva gli effetti letali in caso di assunzione lenta e continua di dosi massicce.

Eutizia si è rivolto al pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere chiedendo di essere aiutato a "non uccidere più" perché, nel caso si fosse trovato nelle stesse condizioni, a suo dire avrebbe potuto uccidere ancora, ben conscio di non poter reggere una sofferenza tale.

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