Sulle postazioni prese di mira dagli hacker erano configurati i profili utente di molti dipendenti impegnati in attività d'impresa volta alla produzione di beni e servizi di carattere strategico per la sicurezza e la difesa del Paese
Un ex dipendente e un dirigente di Leonardo, l'azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza, sono stati arrestati perché coinvolti negli attacchi alle strutture informatiche della società, iniziati nel 2015. Attraverso un trojan di nuova ingegnerizzazione, inoculato nei pc attraverso delle pendrive Usb, i due, per quasi due anni, hanno trafugato 10 gigabyte di dati e informazioni di rilevante valore aziendale.
Sulle postazioni prese di mira dagli hacker erano configurati i profili utente di molti dipendenti, alcuni con mansioni dirigenziali, impegnati in attività d'impresa volta alla produzione di beni e servizi di carattere strategico per la sicurezza e la difesa del Paese come progetti per sistemi elettronici dei velivoli militari.
Gli hacker erano riusciti a inoculare il trojan su 94 postazioni di lavoro, delle quali 33 nello stabilimento aziendale di Pomigliano D'Arco. Dopo il download ogni traccia dell'incursione veniva cancellata. Gli hacker intercettavano quanto digitato sulla tastiera e gli schermi.