"Omertosa indifferenza e colpevole connivenza" da parte degli adulti dicono i procuratori di Napoli. Fortuna gettata dall'ottavo piano per aver rifiutato altri abusi
© ansa
"Gli adulti ostacolavano le indagini, i piccoli hanno permesso una svolta". Così il procuratore aggiunto di Napoli nord, Domenico Airoma, che ha coordinato l'inchiesta sull'omicidio della piccola Fortuna Loffredo: il riferimento è al contributo dato da tre figli minorenni della donna che si trova ai domiciliari con l'accusa di concorso in violenza sessuale, e il cui compagno è stato arrestato per la morte di Fortuna.
Airoma ha parlato di "omertosa indifferenza e colpevole connivenza" riscontrate da parte degli adulti. L'indagine sull'omicidio della piccola Fortuna, soprannominata Chicca, "svela un quadro preoccupante in alcuni quartieri dell'area a nord di Napoli, dove l'infanzia non è tutelata, non si consente ai giovani di avere un normale percorso di crescita". Così il procuratore capo di Napoli nord, Francesco Greco, durante la conferenza stampa sulle indagini. "E' un problema di cui tutti dobbiamo farci carico, penso alla scuola, alla chiesa, al comune, ai servizi sociali", ha sottolineato Greco.
Fortuna gettata dall'ottavo piano per aver rifiutato gli abusi - E' stata notificata nel carcere di Poggioreale a Napoli a Raimondo Caputo, 44 anni, l'ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario e violenza sessuale emessa dal gip su richiesta della procura di Napoli nord in relazione alla morte della piccola Fortuna Loffredo. Nelle corse delle indagini è emerso che l'uomo il 24 giugno 2014 avrebbe costretto la piccola salire sul terrazzo all'ottavo piano per poi lanciarla nel vuoto, "probabilmente a seguito del rifiuto del minore minore di subire l'ennesima violenza sessuale".
L'uomo avrebbe costretto la bimba a subire ripetuti atti sessuali e avrebbe sessualmente abusato di altre due minori, una delle quali compagna di gioco di Fortuna. L'indagine in questione aveva portato a provvedimenti cautelari nei confronti di Caputo e della moglie per violenza sessuale aggravata nei confronti di una bimba di 12 anni.
L'amichetta: "Così è stata ammazzatta Chicca" - A ricostruire con gli inquirenti e una psicologa gli ultimi minuti di vita di Fortuna è stata una sua amichetta. La piccola ha raccontato del tentativo di violenza a cui Chicca ha opposto resistenza fino al volo mortale dall'ottavo piano del palazzo dove abitava. E' quanto emerge dall'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord. L'amichetta di Chicca ne parla in un incontro avvenuto in una casa famiglia lo scorso 23 marzo.
Altri quattro bambini vittime di abusi - Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno accertato che anche altri quattro minori erano stati vittime di violenze. Tanto che tra le fine del 2014 e l'inizio del 2015 un'altra coppia di inquilini dello stabile era finita agli arresti per pedofilia; tra questi figurava Salvatore Mucci, colui che per primo soccorse Fortuna dopo il volo di otto piani.
C'è poi la storia di Antonio, il bimbo di tre anni figlio della compagna dell'uomo arrestato, che nel 2013 aveva subito la stessa fine di Fortuna, e di altri tre minori, sempre della stessa famiglia, tra cui la migliore amica della bimba, che qualche mese fa sono stati allontanati dal Tribunale dei Minorenni di Napoli, in quanto si è scoperto che anche loro avevano subito abusi.
Depistaggi - Proprio il contesto ambientale ha complicato le indagini, tra depistaggi veri e propri e dichiarazioni inventate ad arte. Il primo episodio inquietante è la sparizione della scarpina di Fortuna, di cui si sarebbe resa responsabile, è emerso dalle indagini, l'inquilina dell'ottavo piano, la stessa che subito dopo il fatto negò di aver visto Caputo andare sul pianerottolo con la piccola. "Lo avrebbe fatto per tutelare il figlio che era ai domiciliari", ha spiegato il procuratore. La donna è stata incastrata da un'intercettazione. Nel palazzo gli inquirenti hanno sentito più volte gli inquilini, che si sono contraddetti dando versioni poco credibili, così come i bambini sentiti, che sarebbero stati "ammaestrati". "Dicevano il falso non tanto perché minacciati, ma proprio per quell'innata diffidenza verso le forze dell'ordine", ha aggiunto Airoma. La svolta c'è stata solo dopo che i tre figli della compagna dell'arrestato sono stati allontanati da Parco Verde e presi in custodia dai servizi sociali: hanno infatti iniziato a parlare confermando gli abusi.