E' immenso l'affetto che lega il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba all'Italia, come lui stesso ha affermato in recenti interviste, e altrettanto immenso quello che c'è per lui e l'Ucraina da parte di chi lo ospitava d'estate come "figlio di Chernobyl". Tante le settimane trascorse dal piccolo Kuleba, dopo il disastro nucleare del 1986, a San Michele del Serino, prima, e ad Atripalda, poi, in provincia di Avellino. "Me lo ricordo il primo incontro con Dima - racconta a Tgcom24 il maresciallo dei carabinieri in congedo Domenico Ventre, che chiama affettuosamente l'attuale braccio destro del presidente Zelensky con il suo diminutivo. - Era l'estate del 1994 e arrivò con altri bimbi dalla zona di Chernobyl per passare le vacanze ad Atripalda, dove vivevo. La prima cosa che fece è corrermi incontro e stringermi il braccio. Era così mingherlino. Si è subito rivelato affettuosissimo e intelligentissimo. Sono orgoglioso di lui, ci sentiamo di continuo anche ora: lo ritengo 'il mio terzo figlio'".