Il giovane è rimasto quattro ore su un lettino in codice rosso aspettando di essere trasferito, il padre chiede che il colpevole paghi. E il ministero della Salute invia una task force
© ansa
"Mio figlio è stato ammazzato". L'accusa è di Raffaele Scafuri, padre di Antonio, il 23enne morto dopo quattro ore di attesa in codice rosso all'ospedale Loreto Mare di Napoli. "Mentre lui moriva - riprende -, al pronto soccorso litigavano per decidere chi dovesse salire sull'ambulanza che doveva portarlo a fare un'angiotac. Vogliamo la verità: chi lo ha ucciso deve pagare". E il ministro della Salute Beatrice Lorenzin invia una task force.
Il giovane era arrivato alla struttura di Loreto Mare a causa delle gravi ferite in un incidente stradale, avvenuto a Ercolano il 16 agosto. Il padre racconta: "Siamo arrivati al Loreto Mare attorno alle 21,30 e siamo stati subito assistiti. Poi mio figlio è stato posto su un lettino in attesa di effettuare l'esame utile a comprendere se vi fossero problemi ai vasi sanguigni".
"Su questo lettino è rimasto per ore, saranno state le 4 quando ho alzato la voce e solo allora medici e infermieri si sono messi d'accordo, dopo che li avevamo visti anche litigare. Intanto Antonio moriva".
Task force dal ministero - Dal ministero della Salute è in arrivo dunque una task force per far luce sull'episodio: a Loreto Mare arriveranno esperti dell'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, i carabinieri del Nas e gli ispettori del ministero.