UN AGGUATO

Napoli, due persone uccise a colpi di arma da fuoco nel rione don Guanella

Il duplice assassinio sarebbe riconducibile alla guerra tra gruppi camorristici rivali

31 Gen 2022 - 20:01
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Due persone sono state uccise a colpi d'arma da fuoco a Napoli. Nell'agguato, all'interno di un parco privato al rione don Guanella, nel quartiere Miano, alla periferia della città, hanno trovato la morte Pasquale Torre di 45 anni e Giuseppe Di Napoli, 35 anni. I sicari sarebbero entrati in azione in sella a uno o più scooter. 

Le vittime, invece, erano in auto quando è scattato l'agguato: Di Napoli ha cercato di salvarsi, uscendo dall'auto e ha tentando di fuggire, ma i killer lo hanno raggiunto e ucciso. Torre, invece, è stato trovato dalle forze dell'ordine senza vita ancora seduto al lato guida della vettura.

Dagli accertamenti degli agenti del commissariato Scampia e della Squadra Mobile è emerso che Pasquale Torre è fratello di Mariano Torre, collaboratore di giustizia legato al clan Lo Russo, colui che ha contribuito a fare luce sulla morte di Genny Cesarano, il giovane ucciso a soli 17 anni, all'alba del 6 settembre 2015, nel rione Sanità, durante una "stesa" ordinata dal boss Carlo Lo Russo (anche lui poi diventato un collaboratore di giustizia) per uccidere il boss rivale Pietro Esposito.

Al momento però, sebbene non siano totalmente escluse altre piste, per gli investigatori la morte di Pasquale Torre non sarebbe riconducibile a una vendetta "trasversale" nei confronti del pentito. Pasquale e Mariano sono figli di Antonio Torre, fratello di Anna Torre che è la moglie
di Giuseppe Lo Russo, esponente di spicco dell'omonimo clan, soprannominato "i capitoni", ormai decimato dall'azione delle forze dell'ordine e della magistratura. Gli inquirenti della Polizia di Stato e della Dda ritengono invece maggiormente plausibile che il duplice omicidio sia la risposta a un altro assassinio avvenuto all'inizio dello scorso novembre. A morire in un circolo fu un 38enne figlio di un ras locale. Una morte che viene indicata come l'elemento scatenante di una faida tra gruppi camorristici rivali.

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