Insieme ad altri due, il 16 marzo 2018 il giovane ha ucciso Francesco Della Corte, un vigilante, all'esterno della metro di Piscinola
Ancora nel mirino i permessi concessi al killer del vigilante Francesco Della Corte: oltre all'uscita per il suo compleanno il giovane ha beneficiato di altri quattro permessi, di cui uno per sostenere un provino per una società calcistica del Beneventano. Un altro permesso il giovane l'ha avuto per un pranzo con la famiglia in un ristorante dello stesso comune dove si trova il carcere minorile in cui sta scontando la pena.
Dopo la pubblicazione sui social delle foto della festa di compleanno, Annamaria Della Corte, vedova della vittima, aveva sottolineato che, finora, non c'è stato nessun segno di pentimento né da parte del ragazzo né della sua famiglia. Per gli altri suoi due complici, invece, non sarebbero stati finora concessi permessi d'uscita dalle carceri minorili di Napoli e provincia dove si trovano.
Dimenticati i diritti delle vittime - "Si sostengono sempre di più i diritti dei detenuti, ma dove sono finiti invece i diritti delle vittime e delle famiglie di chi è stato ucciso, di coloro a cui è stato negato il diritto alla vita?". ha detto all'Ansa Marta Della Corte, figlia di Francesco Della Corte. Per Marta, "ormai la linea che separa la riabilitazione da comportamenti ridicoli è diventata veramente sottile: esce dal carcere e va a fare il calciatore? Questa è follia, non posso sopportare che chi ha ucciso mio padre possa andare a fare anche un provino per giocare al calcio malgrado sia accusato di essere un assassino. Per me lui deve scontare 16 anni e mezzo dentro il carcere".