Il giovane è in carcere con una condanna sulle spalle a 16 anni e mezzo per aver ucciso il 16 marzo 2018 il vigilante Franco Della Corte
Un permesso premio per festeggiare i suoi 18 anni, dopo neanche un anno di cella e una condanna a 16 anni e mezzo per aver ucciso "con crudeltà" il vigilante Franco Della Corte, colpito a morte il 16 marzo 2018 all'esterno della metro di Piscinola, a Napoli. Le foto della festa sono finite sui social, provocando la dura reazione della famiglia della vittima, che ha scritto ai giudici chiedendo "il massimo rigore per il dolore che proviamo".
E' la figlia del vigilante, ucciso dal 18enne e da altri due imputati, anch'essi minorenni, che lo aggredirono di spalle e lo colpirono con delle spranghe, ad esprimere sdegno per quanto accaduto: "A chi gli ha accordato il permesso mi permetto di ricordare che di recente ho compiuto 22 anni ma non ho spento candeline e non ho avuto torte e regali. E lo sa perché? Perché chi oggi festeggia ha ucciso mio padre, la persona più importante della mia vita".
Il legale dell'imputato, Nicola Pomponio, ha replicato spiegando che "quelle foto non sono state postate dal mio assistito ma caricate da un parente a sua insaputa. Non c'era alcuna intenzione di offendere il dolore dei parenti della vittima, specie a pochi giorni dal processo d'Appello".
Sempre la figlia della vittima ha poi scritto un lungo post su Facebook: "Vedere chi ti ha portato via l’altra parte del tuo cuore a poco più di 1 anno dal fatto ,così ritratto sui social, è dura e fa male - si legge nel post -. Ci auguriamo che il 19 settembre (processo d'Appello, ndr) a chi crede che sia un passatempo divertente colpire alle spalle un essere umano, a chi ha la crudeltà di guardare negli occhi un uomo a terra ferito indifeso, agonizzante e continuare a colpire, a chi riesce a vivere consapevole di aver tolto un papà a dei figli ed un marito ad una moglie senza il minimo pentimento, a queste persone ci auguriamo non venga scontato nulla, ma che quel giorno la giustizia faccia il suo corso".
"Come dargli torto". E' invece il commento il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, che ha risposto così a Napoli a chi gli ha chiesto cosa pensava della rabbia della famiglia del vigilantes. "Il problema - ha aggiunto - è che questo Paese morirà di bulimia normativa. Si fanno leggi in continuazione che poi alla fine non producono gli effetti, c'è la necessità di una rivisitazione complessiva. Il tema è che gli interventi normativi spot a volte producono più danni del preesistente. C'è una parolina magica che però nel nostro Paese ha sempre avuto poco successo ed è riforma".