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Protesta contro la multinazionale che ha annunciato il via alle procedure di licenziamento collettivo per i 320 lavoratori dello stabilimento di via Argine
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Blitz di protesta all'aeroporto napoletano di Capodichino da parte dei lavoratori Whirlpool. Gli operai stanno bloccando il percorso di accesso alle partenze nello scalo partenopeo, impedendo ai viaggiatori di espletare le operazioni di imbarco. I lavoratori espongono striscioni e scandiscono slogan contro la multinazionale che ha annunciato il via alle procedure di licenziamento collettivo per i 320 lavoratori dello stabilimento di via Argine
"Vogliamo lavorare" - Le tute blu hanno apposto uno striscione all'interno della struttura e hanno cominciato a intonare in coro: "Noi vogliamo lavorare". La protesta è durata meno di mezz'ora e non avrebbe impedito il decollo di nessun volo. I lavoratori, un centinaio, si sono spostati poi nel piazzale dell'aeroporto dove hanno continuato a gridare i loro slogan e ad esporre striscioni e bandiere.
L'azienda: lettere inviate alle rappresentanze sindacali - Whirlpool non ha inviato lettere di licenziamento ai dipendenti del sito di Napoli ma "alle rappresentanze sindacali e alle istituzioni competenti sull'avvio della procedura di licenziamento collettivo" fa sapere l'azienda. "La procedura ha una durata di 75 giorni, durante i quali i dipendenti riceveranno la normale retribuzione. Nessuna lettera di licenziamento sarà inviata dall'azienda ai dipendenti fino al termine della procedura", si specifica.
De Magistris: "Lavoratori ingannati e abbandonati" - "Provo molta amarezza e anche rabbia perché questi lavoratori sono stati ingannati e politicamente abbandonati". Queste le prime parole del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, parlando a Radio Crc della vertenza Whirlpool e delle
proteste dei dipendenti dello stabilimento di via Argine. "I Governi hanno fatto promesse, ministri e parlamentari si sono lustrati la campagna elettorale andando tra questi lavoratori, ma poi - ha aggiunto il primo cittadino - il Governo, nonostante sia forte come numeri che come autorevolezza di alcuni componenti a cominciare dal presidente del Consiglio, finora ha ceduto di fronte alla multinazionale che aveva firmato un accordo con i sindacati e poi ha ritenuto di chiudere Napoli e investire altrove. Di fronte a questo, un Governo autorevole, di qualunque colore politico, si siede al tavolo e dice alla multinazionale che deve rispettare l'accordo altrimenti ci sarà una serie di conseguenze" ha sottolineato. Concludendo: "Già Conte disse qualche mese fa che avrebbe risolto, è caduto Conte e nulla è stato risolto. Adesso vediamo se con Draghi, che ha una maggioranza ancora più forte di Conte, si arriverà a qualcosa di concreto. Io me lo auguro e voglio credere al presidente del Consiglio, però ora passiamo dalle parole ai fatti".
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