I malviventi sono riusciti a farsi aprire la porta con una scusa. Secondo gli inquirenti e la testimonianza della vittima stessa cercavano armi
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Un uomo di 56 anni è stato seviziato con una roncola dai rapinatori che erano riusciti a entrare nella sua abitazione con una scusa. E' successo a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli. E' stata la vittima stessa, sotto shock, a lanciare l'allarme telefonando al 112. Due persone sono state fermate. Dovranno rispondere di rapina con sequestro di persona. Secondo gli inquirenti volevano sottrarre all'uomo delle armi.
"Mi hanno imbavagliato, non ce la faccio più, sono stato legato per 2-3-4 ore". E' un passaggio della telefonata ai carabinieri che l'uomo ha fatto subito dopo essersi liberato dal nastro adesivo che lo teneva bloccato a una sedia.
"Sono entrati in due, con due pistole in mano. Mi chiedevano le armi, le armi, i soldi, e i soldi, ma io non ne avevo perché le armi non le avevo più - ha continuato la vittima -. Mi hanno legato mani e piedi a una sedia, per tante ore. Avevo solo 20 euro nel portafogli, gli ho detto prendetevi quello, e loro mi torturavano perché volevano sapere dove tenevo nascoste le armi".
Le armi, sei fucili e una pistola regolarmente dichiarati, non era effettivamente nell'abitazione.
Le due persone fermate dai carabinieri sono Giovanni Simeoli, 40 anni, residente nel vicino comune di Marano di Napoli, ritenuto vicino al clan camorristico dei "Polverino" operante nell'hinterland a Nord del capoluogo campano, e di Luigi Vallefuoco, 55 anni, ritenuto suo complice, residente a Napoli, che, secondo i militari, ha svolto il ruolo di basista malgrado fosse agli arresti domiciliari.
In casa di Simeoli, nascosta in una dispensa, è stata trovata una pistola risultata rubata nel Napoletano lo scorso 2 giugno.
Simeoli e Vallefuoco sono accusati di rapina con sequestro di persona. Gli inquirenti della Dda hanno però ipotizzato anche l'aggravante dell'aver agito con sevizie e crudeltà.