L'avvocato di Paolo Cammarota: "Rispettiamo la sentenza, ma ricorreremo in Appello". L'incendio risale al 4 marzo 2013
Condanna a sei anni di reclusione per il custode della Citta della Scienza di Napoli, andata a fuoco la sera del 4 marzo 2013. Il gup del Tribunale del capoluogo partenopeo ha ritenuto Paolo Cammarota responsabile dell'incendio di quella notte, che ridusse in cenere una vasta area della struttura che sorge nell'area di Bagnoli. Accolte dal giudice le richieste dei pm per l'imputato.
La difesa: "Ricorreremo in Appello" - "Ho fiducia nella magistratura, rispettiamo le sentenze, ma sono curioso di leggere quanto prima le motivazioni del magistrato che ha condannato Cammarota. Comunque, ricorreremo in Appello". E' quanto ha dichiarato l'avvocato Luca Capasso, legale di Paolo Cammarota. Il custode resterà comunque in libertà in quanto non sussistono i requisiti necessari (pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove) per la detenzione in carcere.
"Speriamo che la verità giudiziaria venga fuori - ha aggiunto il legale -. Ovviamente non ci aspettavamo questa sentenza, alla luce di due decisioni favorevoli, quella del gip che ha rigettato l'arresto e, soprattutto, quella del Riesame che entrando nel merito aveva evidenziato che non c'erano indizi di colpevolezza nei confronti dell'imputato".
La vicenda giudiziaria - La condanna è giunta al termine di un processo con rito abbreviato iniziato il 24 giugno. Subito dopo l'incidente, l'attenzione dei magistrati si concentrò sul custode Paolo Cammarota, che si è sempre proclamato innocente, e fin dai primi giorni fu subito chiara l'origine dolosa del rogo. La Città della Scienza, con l'assistenza dall'avvocato Giuseppe De Angelis, si costituì parte civile al processo. L'uomo è stato rinviato a giudizio dal gip di Napoli il 22 aprile.