Napoli, una dirigente si barrica a scuola "Fuori i precari, voglio solo lavorare"
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La docente, Angela Palomba, si è chiusa nell'edificio per impedire una nuova giornata di occupazione da parte degli ex Lsu, impiegati con diverse mansioni, e che adesso rischiano il loro posto
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Si è introdotta nella notte nel suo istituto a Pozzuoli, nel Napoletano, e si è barricata per impedire una nuova occupazione da parte dei precari. Protagonista la dirigente scolastica, Angela Palomba, che "rivendica il diritto a lavorare". "La scuola non può essere paralizzata - spiega - da una protesta condotta con forme sbagliate". Sono oltre 70 le scuole di Napoli e della provincia occupate dagli ex Lsu, impiegati con diverse mansioni.
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"Non voglio creare nessun caso", precisa la donna, raggiunta telefonicamente, spiegando che la protesta viene fatta "nel momento sbagliato, considerata anche la crisi di governo e l'assenza di interlocutori a Roma".
Angela Palomba guida il primo circolo didattico di Pozzuoli "Guglielmo Marconi" che conta 1.150 alunni divisi in vari plessi. In piena notte, la docente ha fatto il suo ingresso a scuola passando da un accesso secondario nella sede di via Rosini, che ospita la direzione del circolo, e approfittando della distrazione degli Lsu, che lunedì avevano occupato gli spazi impedendo le lezioni, si è barricata dentro chiudendo i cancelli. E martedì mattina i manifestanti, gridando frasi anche ingiuriose contro la dirigente, sono stati costretti a rimanere fuori dei cancelli, sotto il controllo della polizia.
"Ho provato a farli ragionare - ha detto lei -. In fin dei conti sono persone con le quali abbiamo lavorato a stretto contatto fino a pochi giorni fa, ma non mi hanno consentito neppure di far arrivare un caffè, tanto meno di far entrare i miei collaboratori dei quali ci sarebbe un gran bisogno per ultimare gli adempimenti d'ufficio urgenti che abbiamo di fronte, relativi agli scrutini, alla contabilità e a tanti altri aspetti", racconta al telefono.
"Capisco il disagio di chi perde il lavoro, rispetto il problema di queste famiglie. Ma la soluzione non è l'interruzione di un pubblico servizio, non è quella di danneggiare gli studenti e la scuola: bisognerebbe sedersi intorno a un tavolo e ragionare su quella che è una vertenza nazionale - dice -. Il problema è di tanti lavoratori in tutta Italia, ma solo a Napoli e in provincia si sta creando una situazione così assurda. Ripeto, non voglio fare la paladina. Voglio solo lavorare".
La dirigente scolastica, di primo mattino, ha informato l'ufficio scolastico regionale e le forze dell'ordine di essere entrata nell'istituto. Al telefono, le è statao chiesto se sia preoccupata della situazione che c'è fuori dai cancelli, se tema per la sua incolumità, in particolare quando sarà costretta a uscire. E lei: "Ora sono qui, al lavoro, e intendo rimanerci. Mi piacerebbe che tutti i colleghi dirigenti adottassero un'iniziativa congiunta, una denuncia comune contro questa forma di illegalità, di violenza che stiamo subendo. La scuola è di tutti noi, non ha alcun senso bloccarla e danneggiarci da soli: le proteste possono e devono trovare altri canali". E chiude: "Ora mi scusi, ho parlato anche troppo e devo tornare al lavoro".
Scuole occupate, il direttore regionale dice basta - D'altra parte, sono oltre settanta le scuole di Napoli e provincia occupate dagli ex Lsu, scesi in sciopero perché rischiano di perdere il loro lavoro. E al riguardo è intervenuto il direttore dell'Ufficio scolastico regionale della Campania, Diego Bouché: "Ora basta, devono liberare le scuole. Non può proseguire oltre questa protesta, che viola la legge e l'obbligo scolastico".