A "Pomeriggio Cinque" i parenti dei defunti del cimitero che è crollato 3 anni fa raccontano la protesta per riavere le salme
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Sono passati 3 anni da quando, il 5 gennaio 2022, una frana aveva fatto crollare tra piani di cappelle nel cimitero di Poggioreale a Napoli. Migliaia di corpi sono stati recuperati, ma all'appello mancano ancora circa 300 salme. I parenti dei defunti, per denunciare lo stallo burocratico e i ritardi, hanno deciso di organizzare una protesta. Con vanghe, picconi e a mani nude hanno scavato nel terreno che ospita i corpi dei loro cari non ancora recuperati. A "Pomeriggio Cinque" alcune persone raccontano i dettagli dell'iniziativa a cui hanno preso parte.
"È una cosa immane quella che abbiamo visto e quello che abbiamo fatto", spiega Anna ai microfoni della trasmissione di Canale 5. E prosegue: "Lo dovevamo fare. Lo dobbiamo ai nostri parenti che stanno là sotto perché ormai da marzo dell'anno scorso qui nessuno fa niente. Siamo andati lì per una protesta, per risollevare una dinamica e ci siamo armati di pale e picconi". "Sono scesa io con le altre persone- precisa la donna -, ma ci siamo subito resi conto che andando più giù era un orrore. Abbiamo cercato di bucare con le pale e alla prima botta che abbiamo dato sono uscite a pochi centimetri le ossa. Io con le mani ho ricostruito una colonna vertebrale, ho preso dei pezzettini di ossa di un neonato nelle mie mani". La conduttrice Myrta Merlino interviene e chiede alla signora come mai nessuno ha fatto nulla fino a oggi e lei replica: "Fino a marzo la metropolitana si era assunta tutte le responsabilità di quello che aveva combinato, rompendo l'argine del fiume Sebeto che si è portato via tutto. A marzo, però, un Ctu ha deciso di archiviare il caso e da quel momento in poi hanno tolto tutte le gru con cui stavano smontando le cappelle e recuperando i corpi. Da quel punto in poi la Metropolitana, visto che hanno detto che non c'entrava nulla, ha fermato le operazioni".
Anna racconta poi che sotto quella terra risposano tanti suoi parenti: "Io cerco mia nipote, mio papà e mio fratello. Mi nipote aveva solo 2 mesi, è un angioletto. Non c'è più nulla, può darsi anche che io abbia preso in mano le ossa dei miei cari mentre stavamo scavando". "Loro ci devono ridare tutte le ossa, le devono prendere a una a una. Dobbiamo dare una degna sepoltura. Sono il nostro passato", conclude commossa la donna. Infine, a rivolgere un appello alle istituzioni è la presidente del comitato che riunisce i parenti di tutti i defunti: "Chiediamo di non essere ignorati, visto che a marzo sarà un anno che non vengono alzate le ossa da terra. Voglio fare un appunto: non sono 300 corpi, sono 300 loculi di una cappella e altri 400 di un'altra. In ogni loculo ci sono almeno 3 o 4 corpi e quindi, se la matematica non è un'opinione, là a terra ci sono quasi duemila corpi".