Secondo quanto riferito dalle vittime agli investigatori, sia il padre, sia il figlio non avrebbero subito minacce e neppure risulta, al momento, che sia stato pagato un riscatto
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Riesce a scappare dopo essere stato sequestrato da una banda di malviventi di almeno 4 persone. E' accaduto il 26 novembre a Marano, nel Napoletano. La vittima è un ingegnere di 41 anni. L'uomo era a bordo della sua auto con il padre, imprenditore. Quando la vettura si è fermata davanti alla loro casa, i banditi hanno preso con la forza il 41enne caricandolo su un furgone. L'uomo è poi riuscito a fuggire, riportando ferite lievi.
Sul luogo del sequestro sono state eseguiti i rilievi da parte del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna che hanno anche acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. Secondo quanto riferito dalle vittime agli investigatori, sia il padre, sia il figlio non avrebbero subito minacce e neppure risulta, al momento, che sia stato pagato un riscatto.
L'ingegnere, prima di essere ascoltato dagli investigatori, è stato medicato dai sanitari dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli: i medici hanno giudicato le lesioni al volto e alla tempia rimediate durante la colluttazione guaribili in quindici giorni.
La malavita locale e il precedentesequestro avvenuto in zona Nella zona di Marano fanno affari illeciti diverse organizzazioni criminali (i clan Orlando, Nuvoletta e Polverino) e quindi non è escluso che il tentativo di rapimento possa essere riconducibile alle attività illecite della malavita locale. Nel febbraio del 2020, un operaio napoletano di 30 anni venne sequestrato dalla camorra a scopo di estorsione: in carcere finirono 15 persone ritenute affiliate ai clan Lo Russo, Amato Pagano e Vinella Grassi, alleatesi per autofinanziarsi con quel rapimento: la vittima, alla quale volevano tagliare le dita da spedire alla madre, faceva parte, secondo le informazioni in possesso dei clan, di una famiglia con una certa disponibilità finanziaria.