Vito Castiglione su Facebook: "Da genitore ho il dovere di pubblicare queste immagini. Sia chiaro non è un accusa ai bambini nominati, non hanno colpe", ma un monito per gli adulti
"Mai avrei voluto pubblicare un video del genere, ma da padre ho il dovere di farlo. Sia chiaro non è un accusa ai bambini nominati non hanno colpe, è un modo per far capire agli adulti il male che possiamo causare con la nostra superficialità! Il razzismo si combatte a questa età". Vito Castiglione spiega così il motivo che lo ha spinto a pubblicare su Facebook un video della figlia di 3 anni mentre gli racconta che i compagni di scuola la chiamano "cacca". Ora il video è diventato virale. E lui spiega: "La storia andava avanti da almeno un anno. Il collegamento cacca/pelle scura l’ha fatto lei, ci è arrivata da sola. È piccola ma tanto sensibile, non le sfugge niente".
"Magari le parole di una bambina di 3 anni hanno un altro peso! Educhiamo i nostri figli all'uguaglianza e facciamogli capire che il mondo è bello proprio per la varietà di colori e la diversità! Sensibilizzare le persone è il regalo più grande che posso fare a mia figlia. No al razzismo!", afferma Vito, gestore di un bar in provincia di Napoli. "Avevo fatto questo video per mostrarlo alle maestre e far capire il problema. Si sono commosse, non si erano accorte di nulla. Hanno fatto una riunione con i genitori della classe, qualche bambino ha ammesso e ha chiesto scusa. Si sono tutti mortificati".
"L'Antonio che nomina non è neppure più in classe con lei, ma lei se lo ricorda sempre... - prosegue il papà - La bimba si fa stirare i capelli perché dice che un bimbo le disse che doveva andare a scuola con i capelli lisci e bianca... non è facile. Si sente a disagio se qualcuno la guarda, si copre la faccia con la mano... È una cosa che deve superare, non sa quante ne dovrà vivere ancora. Del resto non è solo un problema di razzismo dichiarato, certe volte c'è quello più inconsapevole di chi ci dice ìdai, tanto non è scura scura...'. Noi però l'aiuteremo a superare tutto con il nostro amore".
"L'unica cosa che chiedo, è di non travisare l'obiettivo del video. Non voglio accusare la scuola, nè genitori nè bambini, il senso del video è quello di sensibilizzare quante più persone possibili... Questo è il regalo più grande che io posso fare a mia figlia e ad altri bambini che vivono la stessa situazione".