Non c'era bisogno di "un ordine dell'autorità amministrativa o giudiziaria", scrivono i giudici. Facebook: "Bene sentenza, non controlliamo tutto quello che viene pubblicato"
I link e le informazioni su Tiziana Cantone, suicida dopo la diffusione online di video hard che la ritraevano, andavano rimossi da Facebook una volta emersa l'illiceità dei contenuti. Il social network lo avrebbe dovuto fare anche senza un ordine dell'autorità amministrativa o giudiziaria, secondo il Tribunale civile di Napoli Nord che ha parzialmente dato ragione alla madre Teresa Giglio contro Facebook Ireland.
Il collegio ha però accolto la parte del reclamo presentato dai legali di Facebook Ireland, disponendo che non sussiste alcun obbligo per l'hosting provider di controllare preventivamente tutte le informazioni caricate sulla varie pagine.
"E' una pronuncia molto equilibrata - commenta Andrea Orefice, avvocato della madre di Tiziana - perché introduce il principio, rigettando quanto asseriva Facebook, secondo cui un hosting provider, pur non avendo un generale obbligo di sorveglianza su tutto quanto viene pubblicato sui propri spazi, deve però rimuovere le informazioni illecite, quando arriva la segnalazione di un utente. E' quello che è avvenuto nel caso di Tiziana. E non deve attendere che il sia Garante della Privacy oppure il giudice ad ordinargliene la rimozione".
Facebook: "Accogliamo la decisione del tribunale" - "Accogliamo questa decisione perché chiarisce che gli 'hosting providers' non sono tenuti al monitoraggio proattivo dei contenuti": è il commento di un portavoce di Facebook sulla vicenda di Tiziana Cantone. "Non tolleriamo contenuti che mostrino nudita' o prendano di mira le persone per denigrarle. Contenuti come questi vengono rimossi non appena ne veniamo a conoscenza. Siamo profondamente addolorati per la tragica morte di Tiziana e confermiamo il nostro impegno a lavorare con autorità locali, esperti e Ong per evitare che accada di nuovo".