Il ragazzo ha confermato al gip che il clima in casa era più che difficile, insopportabile, a causa del carattere violento del padre
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Il 15enne accusato dell'omicidio del padre - il panettiere Ciro Palmieri, ucciso a Giffoni Valle Piana (Salerno) - insieme alla madre e al fratello 20enne, ha confermato al gip quanto aveva già riferito dopo il fermo al procuratore del Tribunale per i minorenni: che il clima in casa era più che difficile, insopportabile, a causa del carattere violento del padre. Il giovane ha parlato di "un incubo". Al termine dell'interrogatorio di garanzia, il giudice ha convalidato il fermo del 15enne, disponendone il collocamento in un istituto penale minorile.
Nel carcere di Fuorni, invece, sono comparsi davanti al gip Monica Milite e il figlio 20enne, Massimiliano. Entrambi, assistiti dall'avvocato Damiano Cantalupo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Per loro è stata disposta la misura cautelare in carcere a Salerno.
I tre indagati sono ritenuti responsabili di omicidio volontario aggravato anche dalla crudeltà dell'azione e di occultamento di cadavere. Il massacro del panettiere, secondo la Procura di Salerno, si è consumato il 29 luglio nell'abitazione di via Marano a Giffoni Valle Piana. Il giorno seguente la moglie del 43enne si è recata dai carabinieri per denunciarne la scomparsa. Ma dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in casa è emerso che, dopo un litigio, la donna e i suoi due figli si sono avventati sull'uomo, uccidendolo a coltellate davanti agli occhi dell'altro figlio undicenne.
Nel 2015 Milite denunciò il marito per i presunti maltrattamenti subiti, ma poi decise di ritrattare le accuse.