La media degli ultimi due anni vede localizzati gli irregolari nelle regioni meridionali: il 21% nel centro Italia, il 19% nel nord-ovest , il 13% nelle regioni del nord-est
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Nel biennio 2018-2019 sono stati oltre 3mila i lavoratori vittime di sfruttamento scoperti dai carabinieri durante l'attività di contrasto al caporalato. Significativa l'incidenza dei lavoratori italiani (344) a cui si aggiungono gli stranieri fra cui romeni (600), pakistani (500), cinesi (300), marocchini e bengalesi (200). Per quanto riguarda il lavoro nero, nel biennio sono stati controllati 96mila lavoratori: il 30% è risultato irregolare.
La media degli ultimi due anni, pari al 48% circa, vede localizzati gli irregolari nelle regioni meridionali, il 21% nel centro Italia, il 19% nel nord-ovest , il 13% nelle regioni del nord-est.
"Negli ultimi due anni l'azione è stata efficace frutto di una pianificazione preventiva, grazie alla legge 199 del 2016. Abbiamo unito le forze, è stata disposta una pianificazione su due reparti Tutela Lavoro e Tutela Salute, il tutto valorizzato dalle informazioni che noi riceviamo dai reparti territoriali. Sono state quasi 800 le aziende che abbiamo controllato", ha detto il generale Adelmo Lusi, a capo del comando Tutela Salute, nel corso di una conferenza stampa.
A intervenire, tra gli altri, il ministro Salute, Roberto Speranza, e il Sottosegretario al ministero del Lavoro, Francesca Puglisi, che ha sottolineato: "Grazie di cuore per il vostro impegno a tutela di lavoratori e lavoratrici. E' un'azione davvero importante e imponente. Il fenomeno del caporalato colpisce anche gli italiani e non solo il settore dell'agricoltura, ma anche altri come il terziario".