L’intervista in diretta a Pomeriggio Cinque: “Un viaggio infernale per nostro figlio disabile”
© web
“Chiedo scusa e mi vergogno del mio gesto, ma mio figlio disabile è stato trattato come un sacco di patate e non ci ho visto più”. Lo ha detto a Pomeriggio Cinque Andrea, il 36enne che il 9 maggio alla stazione di Cremona ha picchiato un capotreno, dopo che sua moglie Daniela e i suoi figli di 8 e 10 anni, quest’ultimo sulla sedia a rotelle, erano stati costretti a viaggiare - secondo la versione dei fatti della famiglia - in condizioni disagevoli e pericolose.
A scatenare l’ira del padre, appena giunto in stazione a prendere la famiglia, sarebbero state non solo le condizioni di viaggio imposte al figlio, documentate dalla moglie in lacrime con video e foto, ma anche il fatto che nessuno avesse aiutato la donna a sistemare il ragazzo sul convoglio o mostrato altri atti di gentilezza. “Uno dei poliziotti si è addirittura messo a ridere quando ho chiesto spiegazioni" ha aggiunto. "La mia disperazione era al massimo. Non giustifico il gesto, ma non posso accettare quello che è stato un dispetto e io non accetterò mai che si manchi di rispetto a mio figlio”. Trenord in un comunicato stampa ha smentito la versione della famiglia e ha assicurato: “Il capotreno si era adoperato per il ragazzo”.