Cresce la richiesta di beni di prima necessità, e aumenta il bisogno di ascolto, sostegno psicologico, di compagnia e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro
© ansa
Sono 38.580 i "nuovi poveri" che si sono rivolti alla Caritas tra il 9 e il 24 aprile, con un incremento del 105% (quindi più che raddoppiati) rispetto al periodo pre-emergenza coronavirus. È quanto emerge da un monitoraggio effettuato su 101 centri diocesani di Caritas Italiana, il 46% del totale.
La nota della Caritas: crescono i bisogni - "Cresce la richiesta di beni di prima necessità, cibo, viveri e pasti a domicilio, empori solidali, mense, vestiario, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette, degli affitti e delle spese per la gestione della casa. Nel contempo, aumenta il bisogno di ascolto, sostegno psicologico, di compagnia e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro".
Caritas Italiana, fin dai primi giorni dell'emergenza Covid-19, ha intensificato il contatto e il coordinamento di tutte le 218 Caritas diocesane in Italia, svolgendo un ruolo di collegamento, informazione, animazione e consulenza. In questo quadro rientra una prima rilevazione nazionale condotta dal 9 al 24 aprile per verificare come sono cambiati i bisogni, le fragilità e le richieste intercettate nei Centri di ascolto e/o servizi Caritas. Si conferma, come anticipato nei giorni scorsi, "il raddoppio delle persone che per la prima volta si rivolgono ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza".