LA VICENDA

Carlo Maria Viganò, ecco chi è il monsignore accusato di scisma e scomunicato

L’arcivescovo, nato a Varese, incolpò i vertici della Chiesa cattolica di essere a conoscenza degli abusi sessuali del cardinale Theodore Edgar McCarrick

20 Giu 2024 - 19:16
 © Ansa

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Il Vaticano ha scomunicato Carlo Maria Viganò, arcivescovo di Ulpiano ed ex ambasciatore della Santa Sede negli Stati Uniti, accusato di scisma. I fatti risalgono a diversi anni fa. Nel 2018 venne diffuso un memoriale redatto dallo stesso arcivescovo, in cui sostenne che i vertici della Chiesa cattolica, compreso l'attuale papa Francesco, erano da anni a conoscenza degli abusi sessuali del cardinale americano Theodore Edgar McCarrick e che l'hanno coperto a lungo, prima che fosse finalmente sospeso.

Il pontefice, allora impegnato in una missione in Irlanda, interpellato dai media replicò così: "Credo che il comunicato parli da sé e voi avete la capacità giornalistica sufficiente per tirare le conclusione, è un atto di fiducia". 

Chi è Carlo Maria Viganò

 Nato a Varese nel 1941, il 3 aprile 1992 viene nominato nunzio apostolico in Nigeria e arcivescovo titolare di Ulpiana da papa Giovanni Paolo II. Il 26 aprile seguente riceve l'ordinazione episcopale, nella basilica di San Pietro in Vaticano. Nel 1998 viene nominato delegato per le Rappresentanze pontificie nella Segreteria di Stato della Santa Sede. Dopo insistenti voci che lo volevano allontanato da questo incarico per attriti con vari elementi di spicco del Vaticano, il 19 ottobre 2011 è nominato nunzio apostolico negli Stati Uniti d'America. Vi resta fino al 12 aprile 2016, quando, dopo aver presentato le dimissioni come prescritto al compimento dei 75 anni, viene annunciata la nomina del suo successore.

La scomunica del Vaticano

  In un comunicato, il Dicastero per la Dottrina della Fede annuncia che la scomunica latae sententiae è stata dichiarata per "il delitto di scisma". Il comunicato sottolinea che la sentenza è stata emessa dopo "le sue affermazioni pubbliche dalle quali risulta il rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti e della legittimità e dell’autorità magisteriale del Concilio Ecumenico Vaticano II".

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