"Dritto e Rovescio" intervista una lavoratrice al Nord e un percettore del reddito di cittadinanza al Sud
Se per un chilo di zucchine un palermitano spende due euro, la stessa quantità costa circa 3 euro e 60 centesimi a Milano. È solo una delle differenze del carrello della spesa tra le due città italiane una al Nord, l'altra al Sud. Le evidenzia tutte "Dritto e Rovescio" che intervista due cittadini. Una lavoratice, impiegata in un'azienda agricola, che vive a Milano e ogni mese fa sempre più fatica a rientrare nelle spese e un percettore del reddito di cittadinanza che nella sua città può ancora permettersi la colazione al bar. Questo perché a Palermo un cornetto e un cappuccino costano tre euro e 20 centesimi, a fronte dei quattro euro e trenta centesimi in un bar di Milano.
"Vivere così è diventato davvero impossibile", racconta Elena che guadagna poco più di mille euro al mese e che deve mantenere due figli. Al mercato di Milano, Elena spende sei euro e 40 centesimi per un chilo di pane, ma a Palermo costerebbe solo quattro. Le differenze aumentano ancora di più quando si tratta di acquistare la carne. Per un chilo di vitello Pasquale, percettore del reddito di cittadinanza, spende dieci euro. La lavoratrice milanese non potrebbe acquistarlo perché costa 32 euro e 90 centesimi al chilo.
"Essere percettore del reddito a Palermo significa vivere con dignità perché ti permette di pagare l'affitto, le utenze e godere anche di qualche lusso, come una pizza a pranzo", racconta Pasquale. Non è dello stesso avviso Elena che riesce con difficoltà a riempire il carrello della spesa e che chiede nella sua città "uno stipendio più dignitoso, perché così a fine mese non si arriva".