La Corte Costituzionale ha stabilito l'esenzione dall'Imposta municipale propria per i proprietari di case occupate abusivamente: cosa c'è da sapere SOMMARIOIn Italia 48mila immobili occupatiCosa vuol dire esenzione Imu per case occupate?Esenzione Imu case occupate 2024: come funzionaEsenzione case occupate 2024: come chiedere il rimborso Imu al ComuneQuanto tempo ha il Comune per rimborsare quanto pagato ingiustamente?
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I proprietari di case occupate abusivamente da altre persone non sono tenuti a pagare l'Imu. Lo ha confermato la Corte Costituzionale. La misura, che riguarda un gran numero di contribuenti, è stata prevista dalla Legge Di Bilancio 2023, ma il decreto attuativo non è stato emesso. Tuttavia, i giudici della Consulta hanno stabilito l'esenzione dall'Imu anche per il 2024 per coloro che sono in possesso di case non disponibili o inutilizzabili poiché occupate abusivamente da terzi. L'agevolazione è, però, sottoposta al rispetto di determinate condizioni.
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La sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha stabilito l'esenzione dall'Imu anche per il 2024 dei proprietari di case occupate abusivamente è la n. 60 del 18 aprile 2024. L'imposta comunale sugli immobili non è, dunque, dovuta per le case e gli appartamenti occupati abusivamente, a patto che i proprietari abbiano presentato denuncia alle autorità giudiziarie. Secondo le stime fornite dal Governo sulla base dei dati di Federcasa, nel nostro Paese gli immobili oggetto di occupazione abusiva nel 2023 erano circa 48mila e il gettito Imu annuale delle case occupate vale circa 26 milioni di euro per l'edilizia residenziale pubblica. La cifra dovuta ai privati si aggira sui 13 milioni. Negli ultimi anni sono tante le storie di cittadini che, allontanatisi dalla propria abitazione, l'hanno poi trovata occupata. A Quarto (Napoli) una persona ha trovato la casa occupata al ritorno dal lavoro. La donna che vi abitava abusivamente si è giustificata: "Sono sola con tre figli". Nel 2021, sempre a Napoli, alcune persone hanno occupato la casa di una 90enne. A Roma un pensionato è stato costretto a vivere sul terrazzo. Trovò la casa occupata al ritorno dall'ospedale. Sono solo alcuni tra i casi più clamorosi.
L’Imposta municipale propria è un tributo istituito dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011. Operativa dal gennaio 2012, fino al 2013 è stata valida anche sull’abitazione principale. La tassa comunale è obbligatoria per chi è in possesso di fabbricati diversi dall'abitazione principale, abitazioni principali signorili, cioè quelle accatastate nelle categorie "di lusso" A/1, A/8 e A/9, aree fabbricabili e terreni agricoli.
La tassa va pagata tramite il modello F24 in due rate oppure in una rata e in un periodo dell'anno prestabilito. Il tributo è rapportato al periodo di possesso effettivo nell'arco dei 12 mesi. Dunque, se un immobile è stato posseduto solo per dieci mesi, il calcolo dell’imposta verrà calibrato su un periodo di 10 mesi. La prima rata della tassa, o acconto, va pagata entro il 16 giugno. La seconda, o saldo, entro il 16 dicembre. Se si sceglie di pagare in una sola rata, la scadenza è quella del 16 giugno.
Sono esenti i contribuenti proprietari di abitazioni principali accatastate nelle categorie A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7 e delle relative pertinenze. Per abitazione principale si intende l’immobile dove “il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”. Per quanto riguarda le pertinenze dell'abitazione principale, sono quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7. Nel caso di due pertinenze accatastate nella stessa categoria, per esempio in C/2, l’esenzione dall'Imu vale soltanto per una.
Sono esentati dall'Imu anche le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari; gli alloggi sociali; la casa coniugale assegnata al coniuge; l'unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire), già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d'uso. La Corte Costituzionale ha confermato l'esenzione dal pagamento dell'Imu per i proprietari di case oggetto di occupazione abusiva, che potranno richiedere il rimborso delle somme ingiustamente pagate.
Dal 1° gennaio 2023 i proprietari di case, che hanno denunciato l'inutilizzabilità e l'indisponibilità di un proprio immobile in quanto occupato abusivamente, non devono pagare l'Imposta municipale unica e hanno diritto al rimborso delle somme già pagate.
La sentenza della Corte costituzionale riguarda un contenzioso tra i proprietari di Villa Fiorita, una clinica romana occupata, e Roma Capitale. La causa riguardava la restituzione dell'Imu versata negli anni scorsi, comprensiva di interessi. A rappresentare i proprietari di Villa Fiorita sono stati l'avvocato Rosamaria Nicastro e il commercialista Fabrizio Iacuitto dello studio Di Tanno. Dopo la sentenza della Consulta, il Campidoglio dovrà effettuare un rimborso delle somme e probabilmente risarcire i proprietari.
A partire dal 1° gennaio 2023 non sono più tenuti al pagamento dell'Imu i proprietari che abbiano denunciato l'inutilizzabilità e l'indisponibilità della propria casa poiché è occupata abusivamente da qualcuno. Perché sia riconosciuto l'esonero totale è necessario avere presentato una denuncia all'autorità giudiziaria per i reati di Violazione di domicilio (articolo 614, comma secondo, Codice Penale) o Invasione di terreni o edifici (articolo 633 Codice Penale). Bisogna accertarsi che la denuncia sia stata accettata dalle autorità competenti, oppure che, in seguito a essa, la Procura abbia avviato un'azione giudiziaria penale. Solo dopo l'avvio di questo procedimento i proprietari dell'immobile potranno rivolgersi all'ufficio comunale competente per le imposte locali presentando, se richiesta, la documentazione necessaria e chiedendo l'esenzione dall'Imu.
I requisiti necessari per l'esenzione e la domanda di rimborso sono due: avere presentato formale denuncia all'Autorità giudiziaria per i reati di Violazione di domicilio e invasione di terreni o edifici). In alternativa, essersi accertati che sia iniziata un'azione penale per questi reati. Il secondo requisito è comunicare al Comune nel quale si trova l’immobile di essere in possesso dei requisiti per ottenere l'esenzione dal pagamento dell'Imu a causa della indisponibilità della struttura.
La sentenza 60/124 della Corte Costituzionale, che ha stabilito l'illegittimità della richiesta di pagamento dell'Imu da parte dei Comuni per gli immobili occupati in modo abusivo è retroattiva. Chiunque, dunque, abbia provveduto al pagamento negli ultimi cinque anni, può chiedere il rimborso di quanto versato. Il pagamento non deve essere avvenuto oltre cinque anni addietro.
Una volta chiesto il rimborso, il Comune ha 180 giorni di tempo per soddisfare la richiesta di rimborso. L'Amministrazione comunale ha tempo 60 giorni per dare parere negativo. Se entro 90 giorni non è arrivato alcun riscontro, il proprietario può fare ricorso.
La Legge di Bilancio 2023 e poi la Corte Costituzionale hanno esonerato i proprietari contribuenti dall'obbligo di pagare l'imposta.