Le intimidazioni contro l'attuale ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa per il pm non sono reato: "Non era minaccia reale"
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Insulti e minacce su Facebook e su Twitter contro il ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa Elisabetta Alberti Casellati nel 2021, quando era presidente del Senato. Fino a quando nei post si è arrivati a scrivere '"ammazziamola" e "uccidiamola". E allora sono scattate le denunce alla Procura di Roma. Ma il pm Erminio Amelio ha chiesto l'archiviazione nei confronti degli hater, due indagati di 64 e 44 anni, perché "non si sarebbe trattato di minacce reali, ma dell’espressione colorita di una rabbia politica nei confronti delle istituzioni". E il gip Paolo Scotto Di Luzio ha accolto tale richiesta, ritenendo "la motivazione pienamente condivisibile", come riferisce Il Messaggero.
La rabbia, dunque, degli hater contro l'ex presidente del Senato è stata peraltro ritenuta "poco concreta, espressa tramite i social network e, quindi, a distanza".
I post incriminati e individuati dallo staff del ministro risalgono al 5 maggio 2021. Su Facebook era comparso un "Voglio uccidere la Casellati, presidente" con altre frasi sconnesse: "Spacca tutta polvere, schianta rullio arma, uccidere, più pericoloso, potente... attacca il presidente Casellati", a firma di uno dei due indagati. L'altro aveva invece scritto su Twitter: "Ammazziamo la Casellati". Nello stesso periodo all'indirizzo dell'ex presidente del Senato le minacce arrivavano anche su lettere anonime.
Ed era il 27 maggio 2021 quando da Palazzo Madama era stata divulgata la notizia delle querele contro gli hater: "La Presidente ha sporto denuncia per l’escalation di odio iniziata nell’ultimo mese con una serie di lettere anonime e culminata ieri in pesanti minacce di morte sui social network".
Ma per il pubblico ministero e il gip, come si legge nella richiesta di archiviazione, non si tratterebbe di "esternazioni particolarmente allarmanti". Il tutto derubricato in illecito civile.