Michele Marotta, 34 anni, ha attirato la donna in una zona isolata e dopo una discussione le ha sparato. Tornato a casa ha chiamato i carabinieri
Forse è stato un sospetto maturato durante i 21 giorni di quarantena a spingere Michele Marotta, 34 anni, a uccidere sua moglie. La mattina dell'11 novembre, dopo aver avuto conferma di essersi negativizzato e di poter uscire di casa, è andato a prendere Maria Tedesco, 30 anni, e l'ha portata in una zona appartata in campagna. Qui la discussione per il presunto tradimento e sette colpi sparati contro la donna. Marotta è poi tornato a casa e ha chiamato i carabinieri per costituirsi.
La trappola organizzata dal marito - Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Marotta ha portato la moglie in una zona isolata, in via Castello, a San Felice a Cancello (Caserta). I due hanno subito iniziato a discutere perché lui la accusava di avere una relazione extraconiugale. La donna ha negato, ma è stato inutile. Il 34 enne ha estratto un revolver, regolarmente denunciato, e ha sparato sulla moglie fino a svuotare l'intero caricatore.
La fuga e la chiamata ai carabinieri - Il marito quel punto è scappato, lasciando la 30enne in una pozza di sangue. Gli abitanti della zona, sentendo gli spari, hanno chiamato le forze dell'ordine, che si sono messe sulle tracce dell'uomo. Marotta dopo l'omicidio ha contattato prima un amico e un parente, a cui ha raccontato l'accaduto, e poi i carabinieri per denunciarsi. È stato arrestato poco dopo nella casa in cui viveva con la moglie e il figlio di 6 anni, nella frazione Botteghino.